"Per me è stata un decisione molto molto difficile. Il calcio mi mancherà molto, è stato emozionante e meraviglioso. Ma il mio corpo mi ha mandato dei segnali". Voce rotta, occhi lucidi e le dita che vanno a tamponare lì dove sta per scendere una lacrima. Martin Stranzl in conferenza stampa ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato. Addio in lacrime per il difensore del Borussia Moenchengladbach: 36 anni a giugno, 18 anni di carriera da professionista e un infortunio al ginocchio che da marzo 2015 non l'ha più lasciato. Da qui a maggio proverà a tornare ancora in campo perchè "voglio contribuire a raggiungere i nostri obiettivi"; per i tifosi, dopo questo annuncio, sarebbe di sicuro una festa. E una volta appesi gli scarpini al chiodo? "Trascorrerò più tempo con la mia famiglia - ha detto Stranzl -. E aiuterò mio figlio di nove anni a raggiungere il suo sogno: vuole diventare un calciatore professionista".
L'austriaco però è solo l'ultimo calciatore, cronologicamente parlando, ad annunciare il ritiro. In questa stagione (dunque da settembre), il mondo del calcio ha accolto altri addii illustri. Il primo settembre, via Twitter, fu Ernesto Chevanton a porre fine alla sua carriera da professionista dopo 19 anni di attività; una lettera di ringraziamenti, anche a Corvino e Delio Rossi, e di congedo da quel mondo che gli ha regalato "tanti bei momenti". Poi è toccato al 'Panteron', Marcelo Zalayeta. "Mi sono reso conto che in questo campionato non sto dando ciò che dovrei dare", la sua onesta riflessione. Così a fine stagione chiuderà la carriera da calciatore: "Dovrò godermi questo ultimo anno e intendo farlo dando il mio meglio: sarà la mia ultima Libertadores...". E dopo? "Chissà, magari apro un chiosco di verdura", ci ha scherzato su. O forse no?
Un altro che ha usato i social per comunicare ai propri tifosi l'addio al calcio è stato Sebastian Frey. Lo scorso dicembre ha voluto dire "grazie a tutti per avermi sempre sostenuto nel corso della mia carriera, per avermi aiutato a crescere come calciatore ma soprattutto come uomo! Porterò sempre con me una parte di ogni squadra dove ho avuto l'onore di giocare!". La sua, una stanchezza psicologica dirà in un'intervista perchè quel mondo di cui ha fatto parte per tanti anni ormai non lo sentiva più suo.
E poi ecco un altro portiere, il goleador Rogerio Ceni. Un mito in Brasile, e non solo: 1237 partite totali in carriera e 131 gol! Incredibile... è un portiere! No, semplicemente Rogerio Ceni, quel giocatore bravo con le mani e anche con i piedi. Venticinque anni di carriera e nel dicembre scorso l'annuncio: guantoni (e scarpini) al chiodo. E poi ci sono stati anche Portillo, Recoba, Raul Gonzalez Blanco, Robert Pires e prima ancora (era maggio 2015) anche Rio Ferdinand. Il tempo passa e c'è chi ha deciso di mettere un punto ad una storia. E per chi è sicuro di dire basta c'è ancora incertezza intorno al futuro di altri, come Francesco Totti, e c'è poi chi è sicuro che il meglio, in barba alla carta d'identità, deve ancora venire. "Ritiro? Mi sto solo scaldando". E se lo dice Ibra...