Strakosha, l'uomo dei finali. E la Lazio sfata il tabù Castellani
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Data: 16/09/2018 -

Strakosha, l'uomo dei finali. E la Lazio sfata il tabù Castellani

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Il portiere della Lazio è decisivo nella vittoria dei suoi sull'Empoli. Sfatato il tabù Castellani, dove i biancocelesti avevano vinto solo una volta negli ultimi cinque precedenti. In gol l'intoccabile Parolo, al quale Inzaghi non rinuncia mai. E adesso la classifica torna a sorridere
Il portiere della Lazio è decisivo nella vittoria dei suoi sull'Empoli. Sfatato il tabù Castellani, dove i biancocelesti avevano vinto solo una volta negli ultimi cinque precedenti. In gol l'intoccabile Parolo, al quale Inzaghi non rinuncia mai. E adesso la classifica torna a sorridere

Che sarebbe stata complicata Simone Inzaghi lo sapeva e lo aveva detto. L'Empoli che ha dominato l'ultima B faceva paura anche ad una Lazio che in trasferta di solito concede poco, come dimostrano i 40 punti raccolti lontano dall'Olimpico nello scorso campionato, solo sei in meno rispetto alla Juventus. In un Castellani preso d'assedio da più di 3000 tifosi biancocelesti, la gioia arriva solo al fischio finale di Orsato. Non prima.

Sì, perché la Lazio questa vittoria l'ha dovuta sudare fino al 94', complice un Empoli che, nonostante la serata storta di Zajc, non ha mai mollato. Cross dalla destra di Di Lorenzo e inserimento sul palo più lontano di Caputo. Inzaghi spalanca gli occhi, ma Strakosha è miracoloso e dice di no: "Questa volta torniamo a casa con i tre punti". Non del tutto scontato per la Lazio che, qui a Empoli, negli ultimi cinque precedenti aveva vinto solo una volta. Tre nelle dieci gare giocate in totale.

Ci è voluta la manona del portiere albanese, dunque, per salvare il gol di Parolo e per non far rimpiangere ai suoi compagni l'incredibile errore di Correa nel finale, oltre al legno colpito da Wallace a fine primo tempo. Strakosha, l'uomo dell'ultimo minuto: dal rigore parato a Dybala allo Stadium quasi un anno fa all'intervento decisivo di questa sera su Caputo. "E' stata la parata più importante della stagione" Aveva detto riguardo all'intervento sull'argentino. Chissà se per questo, alla fine, varrà lo stesso discorso.

Intanto, però, è una bella rivincita su Terracciano. Prima di affrontarsi da avversari questa sera, i due sono stati compagni di squadra. Alla Salernitana, nella stagione 2015-2016. Solo 12 partite per lui, con Torrente prima e Menichini poi che gli preferiscono l'attuale numero uno dell'Empoli. Questione di età e di esperienza soprattutto (5 gli anni di differenza). Questione di tranquillità, quella con cui Thomas è andato avanti, superando le difficoltà.

In fondo lo sa come funziona il ruolo del portiere. A casa papà Foto lo ha istruito fin da subito, dall'alto delle sue 73 presenze con la Nazionale albanese dal 1990 al 2005. Nel 99' giocò proprio contro la grande Lazio di Nedved, Mancini e Vieri. Un gioco del destino insomma. In quell'anno lì Thomas avrebbe compiuto 4 anni, abbastanza per prendere una decisione: "Faccio il portiere". Gli piacciono le responsabilità che ne derivano, il fatto di poter risultare decisivo, sia in positivo che in negativo. Beh, oggi lo è stato eccome.

Come Buffon, il suo modello da sempre. E pensare che alla Lazio non doveva nemmeno arrivarci. A Roma sì, ma sponda giallorossa. Poi l'intervento di Tare, decisivo per superare la concorrenza dei cugini e del Fulham. La Roma la incrocia, ma solo da avversario. E non in una partita qualunque, ma nella famosa finale di Coppa Italia del 26 maggio del 2013. Il risultato lo sanno tutti, compreso Andreazzoli, che è costretto a rivivere un piccolo incubo a distanza di cinque anni. I tifosi della Lazio lo bacchettano subito, lui è impassibile e scruta la sua squadra: "Siamo curiosi, per la prima volta affrontiamo una big" Aveva detto ieri. Esame in parte superato, perché l'Empoli crea e sfiora il pari. Rimane l'amaro in bocca però, maledetto... Strakosha.

Un finale thriller, come i libri che piacciono a Marco Parolo. Se li divora, fra un gol e l'altro. E' arrivato a quota 40 in Serie A e a quasi 33 anni è intoccabile. Inzaghi non ci rinuncia mai. 4 su 4 dal 1' in questo inizio di campionato, 30 le partite da titolare sulle 32 convocazioni nella passata stagione. 165 partite in quattro anni con la Lazio, un traguardo impensabile quando a 22 anni pensava di smettere con il calcio. Da bambino amava il Milan degli olandesi e anche Tardelli. Oggi la sua esultanza non può essere paragonata al famoso "Urlo" di Marco dell' 82, ma il gol è comunque di vitale importanza. La Lazio infatti scavalca la Roma (una notizia che, da quelle parti, non è mai da trascurare) e torna a sorridere nel guardare la classifica dopo le due sconfitte iniziali con Napoli e Juve.

Per tornare bella come l'anno scorso ci sarà tempo. Per il momento il terzo attacco più prolifico dell'ultimo campionato può accontentarsi anche di un 1-0 tutta grinta, cinismo e Strakosha. I prossimi saranno 20 giorni di fuoco, con le classiche sette partite ravvicinate fra Serie A ed Europa. Intanto, però, l'ostacolo Empoli è stato superato. E il tabù Castellani è solo un ricordo.




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