Un secondo posto da conquistare ai danni del Napoli ed un terzo da difendere dall’attacco dell’Inter di Mancini. Domani Roma-Napoli vale molto per la classifica e Spalletti lo sa, come sa bene la forza degli azzurri: “Se il Napoli ha fatto questo campionato e questi numeri ha ragione Sarri, perché sono la squadra da portare in evidenza come calcio giocato in questa stagione. Sono stati i più forti dopo la Juventus ed è giusta la loro classifica. Loro sono forti e giocano a viso aperto ma sono bravi a ricompattarsi velocemente. Dovremo essere bravi e continui”.
Una sfida però che ad inizio 2016 sembrava impossibile potesse valere la Champions League, vista la classifica della Roma all’arrivo di Spalletti: “Sono orgoglioso di andare a giocare Roma-Napoli per raggiungere un obiettivo come la Champions. Devo dare merito alla squadra di averci creduto fin da subito, hanno pedalato subito forte. Quando sono arrivato qui nessuno avrebbe creduto che ce la saremmo potuta giocare ad armi pari. E non è stato sottolineato a dovere che risultati abbiamo ottenuto in questi mesi”. Ovvio il discorso Totti e su come Roma Napoli possa essere la penultima partita in casa di Totti. Spalletti ridendo sfodera il suo inglese: “You have to do this question to Pallotta. He speaks english very well than me. Bisogna chiedere a Pallotta. E’ una questione tra loro, ci sono entrato troppe volte in questa situazione. Io sono felice se Francesco il prossimo anno rifarà quello che ama fare. Sarò al su fianco nella ricerca del suo ruolo il prossimo anno. Ho apprezzato moltissimo il suo messaggio da capitano di una squadra. ”.
Domani sarà la sfida tra due grandi bomber che hanno avuto una stagione agli antipodi, Higuain e Dzeko: “Dzeko è un gran calciatore, è un giocatore da Roma. – ammette Spalletti - Forse non l’ho sostenuto abbastanza. Magari se lo avessi fatto giocare di più avrebbe fatto numeri diversi. Higuain ha fatto un campionato straordinario ma io sono contento di quello che ha dato Dzeko. La gestione del capitano giallorosso rimane un punto cardine di quest’annata giallorossa ma Spalletti sottolinea ancora una volta l’importanza del gruppo rispetto al singolo: “A volte potrò essere sembrato troppo rigido o brusco con lui - conclude Spalletti - ma l’ho sempre fatto per seguire quei principi di squadra. Purtroppo chi è affezionato ad una causa può perdere di vista la gestione di una squadra. Ho bisogno di avere un gruppo solo, devo far sentire tutti importanti. Prendiamo Ranieri e il suo Leicester: loro sono uniti, sono una vera squadra, come la Juventus. Grandi individualità ma comunque inseriti in un concetto di squadra”.
di Marco Juric