Quattro anni a Udine e quattro a Napoli: Roberto Sosa si è equamente diviso. La sfida tra gli azzurri e i friulani gli riporta in mente dolci pensieri e gli fa rivivere emozioni forti. Il cuore dice Napoli, ma al "Pampa" non gli dispiacerebbe affatto neanche la panchina bianconera.
"Faccio la mia gavetta da tecnico al Vultur Rionero" - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Ho trovato un ambiente splendido grazie al presidente Dipierri, al d.s. Grillo e a Fabio Visone che mi ha convinto a venire qui. Il mio sogno è quello di arrivare in A, magari di sedere sulla panchina di una delle squadre cui sono più legato. Intanto, mi sono portato dietro un po’ di Udine e di Napoli. Da allenatore provo a trasferire ai miei ragazzi le motivazioni che mi sapeva regalare Spalletti in Friuli e la cultura del lavoro che mi ha inculcato Reja negli anni in azzurro. Ho avuto tanti maestri nella mia carriera, loro due sono stati speciali e io cerco di imitarli".
Sarri o Delneri? Sosa fa il diplomatico: "Mi piacciono entrambi, non a caso la mia squadra alterna il 4- 3-3 con il 4-2-3-1. Delneri è un vero martello sul campo, maniacale nella cura dei dettagli. Credo che riportando la difesa dell’Udinese a 4 abbia dato alla squadra nuove certezze. Gli schemi offensivi di Sarri, invece, restano validissimi anche senza un vero centravanti. Il Napoli fino alla trequarti avversaria gioca davvero benissimo, poi ovviamente adesso fa più fatica a fare gol". L'ultima vittoria del Napoli a Udine è targata 2007-08: "Mi ricordo quella partita e la mia rete in spaccata, non esultai per rispetto dei vecchi tifosi. Sinceramente, non pensavo che il digiuno fosse così lungo. Tuttavia una spiegazione c’è: in Friuli questa sfida è molto sentita e l’Udinese la sbaglia raramente. Per tifosi e calciatori è una gara speciale e la squadra è portata a dare il massimo".
Zapata di nuovo a Napoli? L'Udinese difficilmente lo lascerà andare: "Per ora deve fermarsi ancora sei mesi ad Udine, magari può chiudere la stagione con 12-15 reti. A quel punto tornerebbe a Napoli godendo di una considerazione diversa da quella avuta in passato. Chi prenderei a gennaio? Radamel Falcao e non prendetemi per matto. Il Napoli ha bisogno di gente così se vuole puntare a qualcosa in più del 3° o 2° posto. L’assenza di Higuain si sente e l’infortunio di Milik è stato un vero colpo di sfortuna. Ovviamente, la società farà le sue valutazioni. Io però sono per un giocatore importante come il colombiano, che si sta rilanciando nel Monaco".
Gabbiadini non ha fatto il salto di qualità: "Non è questione di modulo ma di testa. Gioca nel Napoli , e i n Champions, ha una squadra dietro che costruisce tanto e anche solo a vedere il lungomare dovrebbe sorridere. Invece, ha un atteggiamento sconsolato che non mi convince. Magari non gioca mai una gara intera, ma io sfruttavo anche pochi minuti e non avevo di certo la sua qualità tecnica. Mertens 'falso nueve' ? Per me è un fenomeno ma gli manca la 'cazzimma' del centravanti d’area di rigore, per quello il Napoli sta stentando di recente. Servono i gol brutti, sporchi. Io ne facevo tanti. Chi tiferò? Dovrei essere super partes, ma il cuore dice Napoli".