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Data: 04/08/2018 -

Inter, Skriniar: "Mai pensato di andare via, in Italia non indosserò altre maglie"

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Un muro invalicabile. per gli attaccanti della Serie A lo scorso campionato è stato quasi impossibile riuscire a superarlo. E per Spalletti, invece, era impossibile privarsene tanto che lo ha fatto giocare sempre: dalla prima all'ultima giornata. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Milan Skriniar, si è raccontato: tra aneddoti della sua vita privata, l'Inter e la Champions League. Ecco le sue parole:

"Non ho saltato nemmeno un minuto lo scorso campionato? Non me lo aspettavo. La fortuna è stata anche quella di non farmi mai male. Conosco bene il mio corpo e so quando è il momento di fare qualche massaggio e quando palestra. Solo 40 falli in tutto il campionato? Non conoscevo questa statistica: non fare fallo è un aiuto alla mia squadra che può ribaltare l'azione. Entro duro ma pulito, se fossi falloso non fare bene il mio lavoro.

"Siamo più forti della scorsa stagione, dobbiamo sempre puntare a stare in alto perché siamo l'Inter, un club di vertice e dobbiamo cercare di fare bene la Champions. Affrontare le grandi subito? Per me sarà la prima volta, ma incontrare Real o Barcellona non deve spaventarci. Io cercato da grandi squadre? Non è male leggere o sentirsi dire che il tuo modo di giocare piace alle grandi squadre. Ma non ho mai pensato di andar via. Rinnovo? Il mio agente sta trattando, non è ancora fatta: vedremo che succede. Mai al Milan o alla Juventus? Va bene, in Italia solo l'Inter.

Uso i social? Ho un account Instagram, ma non sono come alcuni miei compagni che postano di tutto a tutte le ore. Ogni tanto metto qualcosa, specie dopo le partite. Nulla di più. Seguo tanto calcio? Sì mi tengo aggiornato, ma non seguo solo quello ho altri interessi, solo quando gioca lo Zilina a casa mia si guarda solo calcio. Var? Sono favorevole. Per il tifoso non è bello stare lì ad aspettare 5 minuti una decisione. Ma le situazioni sono più chiare, s’è visto anche al Mondiale.

Se non avessi fatto il calciatore cosa sarei diventato? Non lo so, fin da piccolo vedevo mio padre giocare con mio fratello. Ero e sono sempre stato affascinato da questo gioco. Penso che quando smetterò farò l'allenatore. Icardi? Prima delle amichevoli ha parlato alla squadra chiedendo il massimo come fosse campionato. Non è un modo di dire: è un capitano vero".


L'intervista completa sulla Gazzetta dello Sport in edicola oggi



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