Simeone show, autogol Alex Sandro. Tutto in mezz'ora (scarsa). Tanta corsa e... 'garra', a tinte rossoblù. Eccolo il pomeriggio di ordinaria follia di Marassi, di festa per un Genoa ancora una volta a fare il grande con le grandi. Da incubo per una Juventus rimasta a Siviglia, e caduta sotto i colpi e le giocate di Lucas Ocampos, gli assist di Lazovic, le corse interminabili di Laxalt e i colpi del Cholito. Il primo, dopo soli tre minuti d'orologio. Errore di Bonucci, ne approfitta Rigoni, miracolo di Buffon che al quarto tentativo si deve arrendere.
Nord che esplode, per il terzo gol in Serie A di 'Gio', il primo alla prima contro la Juventus, il secondo a Marassi dopo quello col Pescara. Neanche il tempo di festeggiare, e il ragazzino dal sorriso contagioso partito dall'Argentina con una valigia piena di sogni colpisce di nuovo. Rigoni apre per Lazovic, Alex Sandro saltato secco e ancora Simeone (di testa), ancora la palla che finisce in rete. Due a zero a Marassi, due gol in tredici minuti per Re 'Mida' Giò, a trasformare in (oro) gol ogni pallone toccato. Clamoroso a Marassi, Genoa indiavolato e Juventus stordita. Alla mezz'ora il colpo del ko, ancora sotto la Gradinata Nord. Conclusione di Rigoni, tocco di Alex Sandro e pallone che finisce in rete.
Game over al Ferraris, con un'ora d'anticipo. Nella quale la Juve protesta per un'entrata dura in area non vista di Ocampos su Lichtsteiner, perde subito Bonucci per infortunio, rimane in dieci per il ko di Dani Alves a cambi finiti e accorcia con una parabola incredibile di Pjanic su punizione. Finisce così, con l'attaccante sbarcato a Genova da Buenos Aires (via Madrid) a rubare scena e riflettori a tutti: due gol, l'occasione nella ripresa per portarsi a casa il pallone e tanta garra per il Choli.. Anzi no, solo Giò, "Come mi chiamano gli amici in Argentina".
Atterrato in Italia per dimostrare di non essere solo il figlio di.. ma solo Giovanni. Gol nel dna e tanta garra, quella si marca di fabbrica del padre. Quella che oggi ha affondato la Juve di Allegri. Irriconoscibile, praticamente mai in partita e al terzo ko della stagione. Di fronte un Genoa formato Simeone tornato a sorridere.