SimeONE. Che sarà difensivo quanto volete ma al 46' del secondo tempo ha deciso di togliere Augusto Fernandez, un centrocampista centrale abbastanza difensivo per un Carrasco totalmente offensivo e propositivo. Stava perdendo 1-0. Ma ha avuto ragione lui, alzando baricentro e pressione sul Bayern. Un SimeONE che se ne frega di quello che pensano gli altri: catenaccio, intensità, cholismo, tiki-taka. Tutte chiacchiere. A lui interessano solo i risultati: l'Atletico giocherà la sua terza finale di Champions in tutta la sua storia dopo il '74 e il 2014 contro il Real, a Lisbona. Chiamasi storia. Un SimeONE che ha avuto la sincerità di ammettere quanto "il Bayern sia stato fantastico per tutto il primo tempo" ma non è riuscito a trattenere tutta la sua gioia: "Sono rientrato in campo dopo il fischio finale. Emozionato. Solo per salutare e vedere i miei tifosi ancora una volta" ha ammesso ai microfoni spagnoli. SimeONE allo stato puro. Ha sofferto, stretto i denti, chiesto sudore e sacrificio ai suoi ragazzi. Un Cholo che ha rifilato una manata allucinante al delegato UEFA che stava per mostrare il tempo di recupero: chiamasi trans agonistica. Un Cholo che appena dopo il trionfo si è messo a filmare e parlare con il suo iphone in mano, felice come un bambino, al settimo cielo perché nella storia del club che allena e ama. "Questa Champions è spettacolare, abbiamo eliminato due delle tre migliori al mondo superando difficoltà e momenti complicati. Soffrendo. In una eliminatoria di Champions alla fine contano i 180 minuti". SimeONE torna a Milano, come allenatore dell'Atletico di Madrid. Ci torna - ancora - per una finale di Champions, la sua seconda in tre anni. Ancora contro il Real? Chissà, sarebbe la vendetta più bella.
Data: 03/05/2016 -