"Mister guardi qui". Mano che dribbla calici di champagne ormai vuoti e afferra decisa lo smartphone. Occhi sulla foto. La prima reazione è una smorfia di felicità. Segue un'affermazione di approvazione. "Bella!". Ma? "Non si può ingrandire?!". E dita che scivolano via sullo schermo, invano. "Instagram" preciso io. "Ah" replica lui, con il tono di chi ci ha capito pochissimo. E ok. Non sarà social però il suo ❤ più grande lo ha piazzato nella storia di un Crotone per la prima volta in A. Altro che social: è la realtà.
"Fumare la rilassa vero? Eccome... eccome". E ci crediamo! Appena può, lui si rolla una sigaretta. Filtro rigorosamente in bocca e cartina tra le mani, il tabacco deve prendere la forma che vuole lui altrimenti scaraventa tutto in aria. Nel pre, passeggia. Si farebbe chilometri su e giù per il corridoio che unisce zona mista a spogliatoi. Per poi sedersi rigorosamente solo e assorto nei suoi pensieri. Nel post si concede il lusso di una panchina, anche tra i suoi ragazzi. Cantando "a mano a mano". Anticonformista. Anche nell'abbigliamento: tuta, scarpe da ginnastica o al massimo un paio di ciabatte e che siano sciatte chissenefrega. Uno che dentro gli schemi non ci sa proprio stare, nemmeno tattici. "Quest'anno ha usato mille moduli diversi. Cambiato in corsa. Fino a dicembre tutto il mondo pensava che Ricci giocasse esterno. E invece no: era trequartista" Ursino dixit. Figuriamoci nella vita che tipo è. Schietto, diretto, senza peli sulla lingua. "Il Modena rischia la retrocessione e ci chiede il massimo impegno fino alla fine del campionato? Se devo fare il cattivo sono cazzi vostri" ha replicato al giornalista di Modena che lo incalzava. "Non appena sgarravo, il ds era subito pronto a rimettermi in carreggiata" ha ammesso lo stesso Juric. Uno che la bacchetta magica non sa cosa sia però crede in quello che fa. "Serve gente giusta". Ossia? "Giovani, professionisti". Gente che abbia fame, voglia e si alleni. In spiaggia, in campo, in palestra. E pure il lunedì mattina dalle 10/10.30 in poi dopo una promozione in Serie A conquistata il sabato. Salzano era una mezz'ala senza arte né parte ma adesso "non molla un cazzo". Un Ricci sfiduciato ora "spacca tutto, anche in allenamento". Budimir? "Davanti alla porta sbagliava sempre. Però c'era. E quello per me è stato fondamentale: alla fine lo abbiamo preso". Scommessa stranamente vinta, come mille altre. "Il Budimir attuale è un grande giocatore" completo che ha già stregato parecchie squadre di A tra cui Roma, Atalanta e Inter. La gioventù è diventata "la meglio" con il lavoro quotidiano ma senza qualche vecchietto - necessario soprattutto in mezzo al campo - non si sarebbe fatta tanta strada. Un nome su tutti: "Paro". Che è diventato l'esempio per molti nel Crotone dei mirAcoli. Juric faceva rivedere le partite in tv, fermava l'immagine e puntava il dito sullo schermo: "Guardate, guardate! Così bisogna posizionarsi". Mai dare la schiena alla palla. Mai.
Come non si deve mAi togliere il gusto rilassante della sigaretta a uno come lui. Juric. Anticonformista. Che ascolta metal e Rino Gaetano. Fuori dagli schemi. Un po' eremita. Ma vincente. Uno che ha trasformato il sogno in realtÀ.