"Complimenti Lorenzo, sette gol nelle ultime due partite: come Mertens qualche settimana fa!". Commenti entusiastici a Colle Val d'Elsa. "Grazie a tutti, davvero. Però i gol nelle ultime due gare sono 'soltanto' sei... Mi sembra un bottino comunque niente male, no?". Umile, onesto. Simpatico. E Bomber! Crocetti è così, sorriso sempre stampato sul volto e una parola gentile per tutti. Ma in mezzo all'area di rigore no. Vincente nato, spietato come pochi: oltre 100 i gol in carriera per l'attaccante che ha ottenuto tantissimi successi e a cui forse è mancata quella fortuna necessaria a fare il grande salto definitivo. Eppure da giovanissimo era arrivata anche la Serie A: "E chi se li scorda quei momenti, ho davvero giocato contro i mostri. E poi Adriano e Ciro Ferrara... Dai, ti racconto dopo!". E via di sorrisi. Come quelli regalati adesso alla piccola realtà della
Colligiana: due triplette nelle ultime due giornate in Serie D, una categoria che nelle ultime due stagioni ha visto il classe '83 ricoprire la parte dell'attore protagonista.
Storia di un amuleto vero, dove passa lui si vince: Siena, Siracusa e Gubbio (solo per citare gli ultimi anni) docent. "Adesso però ho fatto una scelta di vita, sono a soli 20 km da Firenze, casa mia - racconta Lorenzo Crocetti ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com -. Quando sono arrivato eravamo penultimi. Ora invece abbiamo una media da primato e e solo 10 punti di distacco dalla prima in classifica. Chissà che succede...". E intanto nella piccola cittadina della Toscana sperano: "Porto bene? Forse, ma intanto mi diverto: dopo gli ultimi gol sono apparse in giro scritte come 'Crocetti sindaco'. A parte tutto, il fatto di essere considerato un amuleto credo sia una cosa positiva, si vede che col mio spirito riesco a trasmettere qualcosa di bello. Ogni volta che arrivo in una nuova squadra c'è una sterzata e il fluido magico sta continuando anche adesso. Mi sembra tutto come nelle ultime due stagioni". Low profile, anche se sul mercato le squadre di vertice non mancavano: "A inizio stagione mi ero fatto abbagliare dal progetto del Lecco, ma poi sono emersi i problemi societari. Il calcio ormai paga una situazione economica generale molto complicata, per questo stavolta ho deciso così, in totale autonomia - continua Crocetti -. Il mercato lo gestisco da solo, da ormai qualche tempo non ho più un procuratore e a dicembre avevo trovato 30 squadre. In realtà credevo di poter fare anche la Lega Pro, sono integro e ho vinto gli ultimi due campionati di D segnando tanto ovunque. L'anno scorso, nella Poule Scudetto, mi sono anche preso la bella soddisfazione di aver firmato la prima sconfitta stagionale del Parma . Purtroppo non c'è stata la possibilità di tornare tra i professionisti, così ho preferito restare vicino casa. Adesso non solo faccio gol, ma ho iniziato anche ad allenare i bambini e gestisco insieme a un amico una villa ottocentesca nella zona del Chianti dove si organizzano ricevimenti. E' così, non riesco mai a stare fermo!".
Soddisfazioni che continuano ad arrivare anche a 33 anni, per completare un album di ricordi pieno zeppo di belle immagini: "I ricordi belli sono tanti - ammette l'attaccante -. Non posso dimenticare il Torneo di Tolone del 2003 con la Nazionale Under 20 del CT Rocca. In finale purtroppo ero squalificato, ma dall'altra parte c'era il Portogallo. E in campo un certo Cristiano Ronaldo! Si vedeva già che era forte, ma non pensavo potesse diventare così impressionante. Poi il titolo di capocannoniere al 'Viareggio' con la Fiorentina, le promozioni in C1 con il Varese di Sannino e l'anno di Siena. Era necessario tornare tra i professionisti: bene, abbiamo vinto campionato, scudetto di D ed io il premio per il miglior gol dell'anno.
E poi Siracusa...". Legame mai terminato quello con la città siciliana e tono di voce che cambia: "E' quello l'unico rimpianto, non aver vinto il campionato lì. A Siracusa ho fatto l'esperienza più bella non solo della carriera, ma della mia vita. Pensavo che il sud non si potesse sposare con la mia mentalità e col mio modo di giocare, ai calciatori che giocano al nord spesso sconsigliano di andare a fare un'esperienza giù. E invece io sono sicuro che se fossi andato al sud prima, magari avrei potuto fare quel salto decisivo per la mia carriera. E' stato bellissimo, tutto. Mi svegliavo e vedevo il mare, era davvero tutto troppo perfetto. Non sembrava nemmeno di stare tra i dilettanti, tra gli allenamenti di Mister Sottil e la presenza di giocatori come Baiocco o Catania il livello era anche più alto alla Lega Pro. Alla fine sono riuscito a mandare giù il boccone amaro grazie alla vittoria col Gubbio: sono arrivato con la squadra che si trovava a -7 dalla prima e abbiamo vinto il campionato con 12 punti di vantaggio sulle avversarie. Ma quel posto mi è rimasto nel cuore...".
Nel cuore e nella mente anche le due stagioni in Serie A con Fiorentina e Perugia. Emozioni, aneddoti e... 'incontri' particolari: "Adriano e Ciro Ferrara... Dopo ti racconto!", ricordate? "A Firenze ho esordito da giovanissimo, era il famoso 5 maggio 2002 - ricorda Crocetti -. Allenarsi lì era durissima, non prendevo mai la palla (ride, ndr). I compagni più forti? Senza dubbio Adriano. Avevo ancora negli occhi Batistuta, che ammiravo quando facevo il raccattapalle, e appena l'ho visto credevo che Adri potesse diventare ancora più forte di lui. Anzi, ho pensato proprio che potesse diventare il giocatore più forte della terra! Peccato si sia rovinato, era un fenomeno anche di umiltà: quando noi giovani ci allenavamo con la prima squadra, lui era l'unico che entrando al campo di allenamento veniva a stringere la mano ad ognuno di noi. Subito dopo lo vedevo giocare e mi brillavano gli occhi. Così come quando in partitella scendeva in campo Mister Mancini. Lanci a occhi chiusi, dribbling, colpi di tacco: uno spettacolo. Peccato sia stato poco tempo con lui. Perugia? Un gran bel gruppo, formato da gente come Miccoli o Grosso e guidato da Serse Cosmi, un allenatore che riesce a centuplicare le caratteristiche positive di ogni suo giocatore. Aveva tanta grinta, ma anche un lato comico. Grazie a lui ho avuto la fortuna di sfidare dei mostri, entrando a San Siro contro l'Inter e al Delle Alpi contro la Juventus. E proprio contro la Juve mi è capitato un episodio che non dimenticherò mai". Curiosità che cresce: "Sono entrato e loro vincevano 2-1. Io correvo come un matto, avevo intenzione di mettermi in mostra. Così, dal nulla, per farmi capire che avrei dovuto calmarmi Ciro Ferrara mi fece un'entrata 'killer': venne da me e mi disse 'oh ragazzino, ora basta!'. Quel colpo me lo ricordo ancora...".
Adesso, tanti anni e centinaia di gol dopo, rimane la consapevolezza di aver dato sempre il massimo con impegno e onestà. E la gioia di essere ancora un modello per qualcuno: "Quando i bambini che alleno vengono a vedermi giocare mi guardano come fossi il loro idolo - conclude Crocetti -. Questo è una delle vittorie più belle. Ed il riconoscimento e l'amicizia che mi dimostrano tante persone è felicità vera". Uguale a quella regalata a tutti i tifosi incontrati nel corso di una carriera fatta di successi. "E non voglio ancora fermarmi!". Magari con un'altra tripletta già domenica prossima.