Di ragioni per rinviare una partita di calcio, dal maltempo alle problematiche riguardanti l’ordine pubblico, se ne sono viste tante negli anni. Più raro leggere di un rinvio dettato dall’assenza di linee regolari sul terreno di gioco: è quanto accaduto domenica 5 novembre allo stadio “Miramare” di Manfredonia. A pochi minuti dal fischio d’inizio del match tra i padroni di casa e il Gravina, valevole per il girone H di serie D, la terna arbitrale guidata da Perenzoni di Rovereto ha effettuato un sopralluogo con dirigenti, giocatori e ispettore di campo. L’intento? Verificare le misure dell’area di rigore posta ai piedi della curva nord dell’impianto. Operazioni testimoniate da foto e video postate sulla pagina Facebook del Gravina, che dimostrano il problema: la tracciatura, ovvero l’assenza di un tratto continuo nei pressi di una delle due porte e della linea di bordo campo, e della corretta distanza tra linea di fondo e dell’area di rigore, che per l’articolo 1 del regolamento del gioco del calcio deve essere pari a 16,50 metri.
Un monitoraggio durato più di due ore, fatte di numeri, confronti e decisioni da assumere. Il tutto mentre i 22 calciatori in campo procedevano con il riscaldamento in attesa di conoscere il proprio destino. Alle 16,51 il verdetto del signor Perenzoni: partita rinviata. E ora il Manfredonia rischia la sconfitta per 0-3 a tavolino e un punto di penalizzazione per le condizioni del Miramare, primo campo in erba sintetica a ospitare un incontro di un campionato dilettantistico in Italia nel lontano 2001. Per la rabbia dei propri tifosi, che sulla pagina Facebook del club hanno accusato la società di aver toccato “il punto più basso in 85 anni di storia”. Per il responso del giudice sportivo, però, sarà necessario attendere la giornata di mercoledì.