Per chi crede è la settimana della passione intesa come sofferenza, ma per i profani calciofili può definirsi tale quella vissuta nella stagione in corso da Stefano Sensi. Che però, con qualche giorno di anticipo sulla tabella di marcia, prova a risorgere in una terra lontana e su un campo sgradevole – il sintetico di Vilnius – segnando il gol che evita brutte sorprese all’Italia di Roberto Mancini e regala agli azzurri la terza vittoria su tre partite nel cammino che porta in Qatar. Prima della partita di questa sera Sensi aveva giocato appena 329 minuti stagionali con l’Inter: con la presenza contro la Lituania ne ha ufficialmente giocati di più con la maglia della Nazionale (341). Un dato che la dice lunga su un’annata difficile, fatta di incertezze e infortuni, che però ora può svoltare.
Nella serata in cui Roberto Mancini eguaglia Marcello Lippi centrando la seconda striscia di imbattibilità più lunga nella storia azzurra (25 partite, a 30 c’è Vittorio Pozzo), Sensi esce dalla panchina e rianima un centrocampo fino a quel momento poco brillante: lo fa segnando dopo appena un minuto e 52" dal suo ingresso in campo, ma anche ridando velocità e letture a una manovra che nonostante nuovi interpreti era apparsa appannata. Complice un Immobile in serata no, l’Italia nel secondo tempo crea molto di più, ma non concretizza. Il rigore a tempo scaduto fa fare pace a Ciro con il paese bagnato a ovest dal Baltico; il tiro dalla media distanza che si insacca alle spalle di un non irreprensibile Svedkauskas può essere l’armistizio della stagione di Stefano Sensi.
O almeno, questo è l’auspicio del centrocampista nato a Urbino, che spera che il sequel del gol azzurro sia migliore rispetto a quello visto dopo il (peraltro decisivo) gol realizzato a settembre contro la Bosnia in Nations League a Firenze: autunno e inverno, allora, furono segnati da problemi fisici, panchine (tante) e presenze (poche); gli obiettivi per la primavera sono riprendersi l’Inter, riconquistare la fiducia di Conte, ritagliarsi un ruolo da protagonista nello sprint finale che potrebbe condurre i nerazzurri al tricolore. Incalzato sull’argomento nel post-partita, Sensi nasconde goffamente la scaramanzia e fa spallucce, ma è più sereno e glielo si legge negli occhi. Dovrà aggiungere un pizzico di voglia di rivalsa, perché Conte non regala niente a nessuno e la concorrenza alla Pinetina – leggasi Brozovic, Vidal, Eriksen, Barella – certamente non manca.
Questa sera Sensi ha dimostrato di poter incidere anche entrando dalla panchina: Mancini ci sta prendendo gusto (quella di Sensi è stata la seconda rete di un subentrato delle ultime tre realizzate), Conte si affida più ai titolari (solo cinque gol arrivati da quattro subentrati in campionato). Sensi non ha ancora segnato in questa stagione in nerazzurro: le prossime giornate ci diranno se dopo il tempo della passione, a quello della redenzione azzurra si aggiungerà anche una spruzzata di nero.