Quando un giovane calciatore inizia a segnare un gol dietro l’altro, inevitabilmente finisce per avere tutti gli occhi puntati su di sé. Scattano i paragoni, iniziano le domande su quale potrà essere il suo futuro. Enes Ünal, classe 1997 del Twente, guida la classifica dei giovani bomber in giro per l’Europa e in 13 gare stagionali ha già segnato 10 reti (e fatto due assist). Quest'anno ha una media gol di 1,54 a partita, ad appena 19 anni ha giocato 95 match – andando a segno 28 volte - con le maglie di Bursaspor, Genk, NAC Breda e Twente. Impressionanti anche i numeri delle nazionali giovanili, visto che con la maglia della Turchia si contano 53 presenze (a cui ne vanno aggiunte tre con la Nazionale maggiore) e 43 gol.
Turco di Bursa, grazie al papà ex calciatore ha iniziato a giocare prestissimo in una piccola squadra di Istanbul; a nove anni viene tesserato dal club più importante della sua città, in cui aveva giocato anche il padre Masut. Proprio con il Bursaspor esordisce in prima squadra a 16 anni e in pochi minuti diventa il più giovane marcatore del campionato turco grazie alla rete del pareggio contro il Galatasaray. Dal punto di vista dei numeri le prime due stagioni da professionista non sono particolarmente impressionanti; ma Ünal qualcosa di speciale ce l’ha e il Manchester City se ne accorge. Gli inglesi (che negli ultimi anni qualche giovane di prospettiva interessante lo hanno scoperto) lo acquistano ma subito lo girano in prestito.
Contro il Groningen segna una tripletta all’esordio da titolare (con un tiro a giro di destro, una mezza rovesciata e un tiro di collo dalla distanza): una partita che è un manifesto di tecnica, istinto e senso del gol da vedere e rivedere, a cui si aggiungono le capacità mostrate sin da piccolo sui calci piazzati. Tira e segna da dove vuole e quando vuole, prima in Belgio poi in Olanda. Oggi è il capocannoniere del Twente e da solo ha realizzato il 35% dei gol dell’intera squadra, gioca da prima punta in un 4-3-3 insieme ad altri due giovani del City: Yeboah e Celina (classe 1997 e 1996) gli stanno insegnando anche l’inglese, perché dopo aver preso parte alla preseason prima con Pellegrini poi con Guardiola è meglio farsi trovare pronto se dovesse presentarsi l’opportunità di giocare in Premier.
Nonostante la giovanissima età il fisico adatto c’è, così come la tecnica, in Eredivisie Ünal potrà migliorare ancora sulle palle alte (sponde di testa e contrasti aerei), piccoli difetti in un repertorio davvero vasto. I paragoni? Inevitabili. In patria, dove per alcuni aspetti lo avvicinano ad Hakan Şükür, e non solo: il portiere del Torino Joe Hart – che si è allenato con lui nelle due estati passate – lo chiamava Ibrahimovic, anche perché lo svedese per Enes è un idolo e un modello. A diciannove anni l’attaccante turco guida la carica dei giovani bomber d’Europa, che ha proprio in Olanda i migliori rappresentanti. Oltre ad Ünal, infatti, ci sono anche Dolberg dell’Ajax (’97, 11 gol in 22 partite totali) e i classe 1995 Baker, Zeneli, Gastón Pereiro e Bertrand Traoré che con Vitesse, Heerenveen, PSV e Ajax hanno finora segnato rispettivamente 8, 7, 7 e 5 reti.
Cambiando campionato, in Scozia il 1996 Moussa Dembelé è già arrivato a quota 17 reti in 27 gare (di cui tre in Champions) mentre i coetanei Kessie e Timo Werner con Atalanta e Lipsia ad oggi hanno segnato 6 e 7 gol da inizio stagione. Passando ai più “anziani” ventiduenni, in testa alla classifica dei 1995 c’è André Silva del Porto a 10 seguito da Lemar (Monaco) a 7 e da Sandro Ramirez (Malaga) a 6; momentaneamente a 5 Gnabry del Werder e Crivelli del Bastia. Goleador osservati e acclamati che si fanno largo in Europa e che oltre alla giovane età condividono una media gol da fare invidia a chiunque.
