Alberto Carminati la parola mollare non la conosce nemmeno. La sua in fondo è una vita normale, o quasi. Ha 18 anni, studia, gioca a calcio, si allena, esce con gli amici e vive in famiglia. Roba di routine se sei del 1999. Ci sono passati tutti, verrebbe da pensare. Vero. Lui, però, è andato oltre: ce la sta facendo. Perché Alberto sta realizzando i suoi sogni, uno dopo l’altro. Si diplomerà e, soprattutto, diventerà un calciatore professionista. Roba normale? Beh, forse è meglio definirla speciale. “Non mi stanco mai, vivere così è fantastico”. Certo, Albe gioca nella Primavera del Chievo e l’anno prossimo passerà all’Atalanta. Un sogno. Impossibile lamentarsi. La cosa sconvolgente, però, è il sacrifico infinito che questo ragazzo mette ogni giorno nella sua passione. “Io vivo a Chiari (provincia di Brescia) e mi alleno a Veronello”. 160 chilometri tra andata e ritorno. Tutti i giorni. “Finisco scuola all’una, panino al volo, 13.15 stazione e in un’ora di treno arrivo a Peschiera. Col pulmino infine raggiungo il centro sportivo. Allenamento alle 14.30. Poi il percorso inverso, alle 19 arrivo a casa e il mattino di nuovo a scuola”. Instancabile.
Avanti e’ndre
Benvenuti nella speciale normalità di Carminati. E chiacchierare con lui è semplice: sorriso, disponibilità e una battuta dietro l’altra. Uno alla mano, coinvolgente. Il tutto durante la presentazione della Supporter Management di Donato Di Campli, una preziosissima scuderia che da poco ha accolto tra i suoi talenti anche Alberto: “A Milano non vengo moltissimo. Stasera ho avuto il privilegio di conoscere Verratti e diversi campioni. Ma soprattutto ho incontrato ragazzi che come me stanno inseguendo un sogno”. Quel sogno: diventare un calciatore. “Magari imitando Zanetti, il mio grande esempio. Anche se il vero idolo è Del Piero, forza Juve” – racconta Carminati in esclusiva ai microfoni di Gianluca Di Marzio.com. Ok, giriamo le carte: “Sono un terzino destro, non uno di spinta: amo la fase difensiva, l’essere attento e concentrato per proteggere la squadra”. L’altruismo come forma d’arte. Un lusso che pochi allenatori si possono permettere dai propri giocatori. E Lorenzo D’Anna, l’allenatore della Primavera del Chievo, si può davvero ritenere fortunato: “Prima delle partite il mister ci carica con la sua playlist degli AC/DC. È un rito, quasi una forma di allenamento”.
Rock pesante da suonare anche in campo. "Adesso ci giochiamo le Final Eight”. E poi? “Sarà Atalanta. Donato Di Campli sta lavorando per me, non vedo l’ora di quest’estate”. Studio e famiglia, poi il pallone. E all’improvviso il sudore di un’infanzia si trasforma in gioia: “Stavo andando a fare la spesa, quando l’Atalanta ha chiamato i miei genitori”. Emozioni. “Non ci credevo, ovvio”. Sensazioni e sapori particolari, della serie…’Un bresciano a Bergamo’. Scherzo del destino: “Sì, un po’ fa strano. Da piccolo andavo a vedere il Brescia allo stadio, ma il calcio è bello per queste storie. Non avrò problemi a giocare con loro, anzi: sarà un ulteriore stimolo per fare ancora meglio”. E l’Atalanta sarà il contesto perfetto per tirar fuori tutto il suo potenziale. Questione di crescita. Perché Carminati, infatti, sarà uno dei prossimi giovani che Gasperini terrà d’occhio per poi lanciarlo in prima squadra.
La trattativa del passaggio all’Atalanta è avvenuta quest’estate. Nel mezzo un altro anno al Chievo: “Indimenticabile quel marzo di 5 anni fa. Dal Lumezzane feci il provino col Chievo, eravamo in 20: mi scelsero e la mia vita cambiò”. Dai giovanissimi al primo anno con la Primavera: “Una bella escalation. In un ambiente davvero sano”. Dall’oratorio sotto casa ai provini con l’Inter e il Milan: “Meglio così. Il Chievo mi ha fatto crescere. Le difficoltà ci sono state. Il primo anno di allievi giocavo con quelli più grandi, ero un centrale. Quello è stato il mio primo ruolo”. E poi? “Avevo davanti quattro titolari. Sono passato terzino, ora in fascia sto costruendo il mio futuro”.
Rap and Rock
Da ‘Back in black’ degli AC/DC in versione D’Anna, al “rapper tutto americano di Macklemore”. Mi carico così. E se col Chievo Alberto vola, “al fantacalcio meno. La mia stella è Keita Baldé, però all’asta sapevo che non avrei lottato per la vittoria”. Ma i successi, quelli veri, stanno arrivando sul campo. “Quando mi alleno contro la prima squadra è pazzesco. Hanno un ritmo incredibile, voglio diventare come loro”. Da Veronello a Zingonia: “Della Primavera dell’Atalanta conosco Alessandro Bastoni, mi ambienterò alla grande”. Passando anche dalla Nazionale Under 18, in campo quest’anno contro Olanda e Austria. Perché quella di Alberto in fondo è una vita normale, o quasi.