Verissimo. Sono in zona playout ma senza quella penalizzazione starebbero in piena lotta playoff, tre vittorie nelle ultime cinque partite: “Il segreto è l’unione. E’ una squadra costruita in poco tempo, da quando sono arrivato io ho visto passare una cinquantina di giocatori tra provini e acquisti. Il nostro obiettivo era quello di formare un gruppo per poter lavorare in un clima giusto”. Traguardo raggiunto in pieno.
Squadra giovanissima, tra l’altro. 23,9 anni per partita. Santacroce è un po’ il fratellone di tutti questi ragazzi: “Cerco di essere una guida per i più giovani”. La saggezza del più esperto: “A Caso dico sempre che deve allenarsi meglio, con più intensità. Potenzialmente potrebbe giocare a livelli più alti, ha tutto per fare bene”.
A segnare ci pensa qualcun altro: “Defendi è un giocatore più che valido, la Serie C gli sta anche stretta”. Altri giovani? Prendete appunti: “Ce ne sono tanti interessanti, da Suljic (classe ’96, ndr) a Kanis (’97), passando per Bobb (’96)”.
In un clima difficile ci vuole qualcuno che stemperi la tensione: “A quello ci pensiamo io e Defendi, siamo i più vecchi”. E quando Fabiano si mette all’azione sono sempre grandi risate: “Volete sapere l’ultima?”. Sentiamo: “Due compagni stavano discutendo durante un allenamento, mi sono levato la maglietta e sotto avevo quella da arbitro. Sono andato da tutti e due estraendo il cartellino rosso”. E torna il sorriso: “Questi momenti servono per eliminare la pressione, altrimenti diventa una situazione insostenibile”.
Perché le difficoltà non mancano: “Dormivamo in albergo. E dopo qualche mese dovevamo cambiarlo perché la società non li pagava”. Realtà diversa dalle aspettative di inizio stagione, con il club che adesso rischia tra i 2 e i 4 punti di penalizzazione per il mancato pagamento dei contributi ai propri tesserati: “Era il primo anno tutti insieme, giocarci i playoff per andare in B sarebbe stato un sogno. Poi, invece, ci siamo ritrovati a fare un altro campionato e a vivere una situazione davvero pesante”.
Gli stipendi non arrivano, nei momenti più difficili però ci sono gli amici: “C’è chi non riusciva a pagare l’affitto di casa, chi non aveva i soldi per le bollette o per fare la spesa. Ci siamo aiutati tra di noi dandoci una mano l’uno con l’altro. Come in una grande famiglia”.
Il Cuneo andava avanti sul campo e indietro in classifica. Poco a poco, fino ai -23 di oggi: “Se fossero arrivati tutti insieme sarebbe stato meglio, così è come se ci avessero tolto di volta in volta tutte le vittorie che facevamo”.
Tanti problemi, ma di mollare non se ne parla neanche per sogno: “Ho avuto qualche giornata nervosa, ma non ho mai pensato di andarmene”. La voglia di giocare è troppa: “Quando sono arrivato qui venivo da due anni nei quali ero rimasto fermo e mi ero stantaco del calcio. Mi sono goduto un po’ la mia famiglia, ma quest’anno ero carico e voglio andare oltre ogni difficoltà”.