E’ tornato in Nazionale a quattro anni di distanza dall’ultima volta. Nel giorno nel suo esordio, contro l’Islanda nel novembre del 2014, Dennis Praet aveva soltanto 20 anni. Da lì di cose ne sono successe: è diventato pilastro dell’Anderlecht, si è trasferito a Genova dal 2016. E se Martinez gli ha dato fiducia è soprattutto grazie a quanto di buono sta facendo con la maglia della Sampdoria. Solo due sconfitte nelle prime otto giornate, quinto posto in classifica attaccata alle grandissime.
Lui, dopo aver visto le prime tre gare dalla tribuna, è diventato un intoccabile: “Peccato per l’infortunio ad agosto, ma ora è tutto ok. Ogni giorno acquisisco sempre più fiducia – ha raccontato in esclusiva alla Gazzetta dello Sport - la strada è ancora lunga, lavoro duramente per diventare un giocatore completo, ma questa società è il posto migliore per farcela. Europa? Siamo una squadra di qualità e con un’ottima difesa. Bisogna crederci, nel calcio serve essere ambiziosi”.
Come Giampaolo, che non ha mai mollato anche quando tutto sembrava finito: “E’ tra i migliori allenatori in circolazione, perfetto per noi giovani – sottolinea Praet - si sta formando come calciatore, tatticamente è strepitoso. La sua idea di calcio è l’ideale per le mie caratteristiche. All’inizio, lo ammetto, non è stato facile. Faticavo, ma ora va alla grande”.
Iniesta, Modric e Zidane i modelli. La focaccia genovese la sua passione: “E la prima volta che mangiai la carbonara mi misi a tagliare gli spaghetti. Ferrero si arrabbiò tantissimo” Sorride. Già, il Presidente. Che adesso si deve occupare del suo rinnovo del contratto, che scade nel 2020: “Ne stiamo parlando – ammette il centrocampista belga – è ciò che vogliamo sia io che la società”. Il sogno è quello di tutti: “Vestire un giorno la maglia di un top club. Ma per ora sto bene qui”.
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