Data: 14/11/2024 -
Data: 14/11/2024 -
Autore: Davide Lusinga
"Mi fa sempre piacere parlare con qualcuno dall’Italia." È così che Sam Lammers apre la nostra conversazione, con il sorriso di chi il nostro paese lo sente ancora un po’ casa. Gli è rimasto dentro, come un sogno che potrebbe riprendere vita. Dopo gli anni tra Atalanta, Empoli e Sampdoria, in un percorso di alti e bassi, ammette che l'idea di un ritorno in Serie A non è mai scomparsa: "L'Italia ha sempre un posto speciale nel mio cuore. - racconta a gianlucadimarzio.com - Ho molti amici, è sicuramente un’opzione per il futuro. Ma come calciatore ovviamente non si può sapere cosa succederà da qui in avanti".
Il suo presente è in Olanda, dove è tornato lo scorso gennaio. L'aria orange gli ha fatto bene. Nella seconda metà della scorsa stagione, all'Utrecht, ha segnato 11 gol. Ora, al Twente, è a quota 7 in 17 partite. "Abbiamo una squadra forte, che lotta per le prime posizioni. Mi trovo bene, sono molto felice". Il suo highlight principale è il gol a Old Trafford, nell'1-1 contro il Manchester United in Europa League: "Segnare in uno stadio così, in un'atmosfera del genere... È stato speciale. E quella partita potevamo addirittura vincerla!".
Lammers ricorda l’arrivo a Bergamo con emozione: "Avevo grandi aspettative, ero molto orgoglioso di approdare in un grande club. C'erano anche diversi compagni olandesi come De Roon e Hateboer". L'inizio fu incoraggiante, con 2 gol nelle prime quattro partite di Serie A. Ma più che un'esplosione, fu un piccolo botto. Il classe '97 non è infatti riuscito a trovare la continuità che sperava: "Il motivo? Difficile dirlo. - racconta - C'era molta concorrenza in quel momento. L'Atalanta aveva giocatori fortissimi come Duvan Zapata, Muriel, Ilicic, Papu Gomez... Quello che potevo fare era mettermi in mostra con i pochi minuti che avevo a disposizione. A volte ci riuscivo, altre no".
La situazione, per lui, era complicata per diversi fattori: "Eravamo in pieno periodo Covid, a livello mentale era dura. Vivevo da solo, in un altro paese per la prima volta… In quel periodo potevi solo fare avanti e indietro dal centro sportivo. Queste circostanze, unite al fatto che giocavo poco, non sono state facili da affrontare".
Il calcio non è solo una questione di numeri. Ma per un attaccante, le cifre pesano. Lammers lo sa bene. La casella dei gol segnati, negli ultimi anni, è rimasta spesso a secco. Il suo però è stato un percorso di crescita, stagione dopo stagione, prima in Italia, poi in Germania e Scozia. "È vero, ci sono stati momenti complicati, ma anche tanti passaggi positivi. Sono migliorato anno dopo anno. La differenza? Ora riesco a segnare con continuità. Era l'unica cosa che mi mancava", spiega.
Guardarsi indietro può essere frustrante, ma non per lui. "Non sono uno che pensa a rimpianti, cose che potevano andare diversamente o altro. Preferisco concentrarmi sul presente. La gente cerca il tuo nome online e guarda le tue statistiche, stop. Ma il calcio non è tutto bianco o nero. Io ho fatto il mio percorso, ho imparato tanto e questo mi ha portato ad essere il giocatore che sono oggi".
Oggi Lammers è sicuro: il lavoro, l’esperienza e le difficoltà lo hanno reso più forte: “Le esperienze che ho fatto in questi anni daranno i loro frutti. Mi sento bene, sono un giocatore migliore, pronto per fare un ulteriore passo in avanti".
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