Venti passaggi prima del gol. Un manifesto di quello che la Salernitana vuole essere. Se non ora, presto. Il 3-0 contro il Sassuolo di oggi è la copertina perfetta: innanzitutto perché serviva rispondere a una situazione che poteva farsi complicata, poi anche perché dopo nove partite sulla panchina dei granata, Paulo Sousa cominciava a cercare risposte concrete.
È arrivata, senza dubbio, oggi all’Arechi: la Salernitana ha fatto sapere alle altre avversarie di voler restare ancora in Serie A. E se la vittoria di ieri sera del Verona sembrava aver riaperto tutti i discorsi in quella zona di classifica, ora i granata vogliono tirarsene fuori lasciando ad altri il pallone che scotta. C’è questo e moto altro nel rotondo successo di oggi sui malcapitati emiliani, un ingranare di meccanismi oliati e di giocate riuscite, un insieme di volontà e qualità. Il raddoppio di Dia, sempre lui, resta negli occhi. “È quello che vogliamo fare, ma con più continuità” - ha detto l’allenatore portoghese in conferenza.
Tra presente e futuro, il progetto Salernitana
È quello che la Salernitana spera per il prossimo anno, una stagione - la terza di fila - che vivrà ancora da protagonista. Prima la salvezza-miracolo, poi la salvezza tranquilla, ora è il momento di provare qualcosa in più.
Già a inizio stagione, Iervolino aveva imposto a sé stesso la colonna sinistra della classifica. Non ci sono riusciti, per ora, ma le basi ci sono. A cominciare da quel Paulo Sousa che lascia intravedere le sue idee. Quella contro il Sassuolo è stata la nona volta sulla panchina dei granata, cominciava a sentire la mancanza di un successo: il primo e unico era arrivato a fine febbraio, contro il Monza ancora in casa. Un altro 3-0.
E va bene che in questi mesi la Salernitana ha saputo fermare Milan (1-1), Inter (1-1) e pure Bologna (2-2), ma i tre punti cominciavano a essere fondamentali, con il margine sulla zona tranquilla che diminuiva sempre più. Dal 7% di possibilità di salvezza un anno fa al +7 sulla zona retrocessione oggi. La Salernitana passa la palla alle avversarie: le paure di retrocessione saranno roba per Verona, Spezia e Lecce?