Russia 2018: il volo di Francis Uzoho
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Data: 10/06/2018 -

Russia 2018: il volo di Francis Uzoho

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Il percorso che ha portato il portiere della Nigeria, non ancora ventenne, ad essere il titolare delle Super Aquile in Russia è abbastanza singolare
Il percorso che ha portato il portiere della Nigeria, non ancora ventenne, ad essere il titolare delle Super Aquile in Russia è abbastanza singolare

No Francis, in attacco non puoi proprio giocare. Sei lento, hai le braccia troppo lunghe, un fisico inadatto al ruolo. In porta, prova a giocare in porta”. Parole del suo primo allenatore. E a quel punto tanti avrebbero voltato le spalle, sarebbero corsi a casa e chiusi nella loro stanzetta e tra le lacrime avrebbero deciso di rinunciare al sogno più puro che ci sia: diventare un calciatore. Perché a 12 anni è anche giusto che sia così, a quell’età la vita incomincia ad essere selettiva e a chiudere delle porte. “Porta”. In tanti avrebbero fatto così, ma non Francis Uzoho, il portiere titolare della Nigeria ai prossimi Mondiali. “Porta”, riecheggia questa parola nella mente del piccolo Francis: sa che il ruolo di portiere, in Nigeria, non è esattamente il più apprezzato. Sa che si tratta di un declassamento, “in porta finiscono i più scarsi”, avrà pensato. Eppure a 20 anni nemmeno compiuti sarà lui a difendere il volo delle Super Aquile in Russia, nel girone della morte con Argentina, Croazia e Islanda.

Questa è solo la meta, è il punto finale che è anche punto di partenza di chissà quante altre traiettorie. La traiettoria che però ha portato Uzoho fino a questo punto è ricca di variabili impazzite, di allineamenti impensabili, di fortuna sì, ma anche di voglia e di talento. Non ha rifiutato quella proposta, Francis. E così dopo pochi anni è entrato a far parte della Aspire Academy in Qatar, uno dei vivai più importanti al mondo, selezionato tra 50 giocatori esibitisi in un torneo sponsorizzato dalla Coca Cola. Questo è stato il primo spartiacque della sua carriera, ma quello che lo stesso Uzoho identifica come il momento più importante non è tanto un trasferimento o un upgrade, ma il momento in cui anche suo padre ha finalmente messo da padre ogni perplessità e non gli ha fatto più pesare il suo sogno di diventare un calciatore. Da ragazzino non era stato così, perché contrariamente a quanto succede un po’ dappertutto, per il padre la passione per lo sport di Francis altro non era che un lasciapassare verso cattive compagnie e brutti vizi.


"In Christ alone"


Non è stato decisamente così. Perché nel 2016, all’età di 18 anni, l’Europa si accorge di lui: è il Deportivo la Coruna a notarlo: Uzoho, 196 cm, lo scorso ottobre è diventato il più giovane portiere straniero ad esordire in Liga (18 anni, 11 mesi, 17 giorni). Porta inviolata contro l’Eibar, due reti incassate contro il Girona e convocazione della Nigeria. Il debutto con la maglia della sua Nazionale è arrivato curiosamente contro una delle prossime avversarie in Russia: l’Argentina. In un’amichevole vinta dalle Super Aquile, Uzoho è entrato nel secondo tempo e ha portato a casa anche stavolta un clean sheet. Ancora troppo poco per scalare le gerarchie e prendersi la maglia da titolare, troppo poco anche per essere riconosciuto su FIFA18, che erroneamente gli ha attribuito la nazionalità senegalese e che su Twitter è stata punzecchiata dallo stesso Francis.

Troppo poco, non però se una buona dose di sfortuna si abbatte contro quelli che dovevano teoricamente trovarsi al suo posto: Carl Ikeme, portiere affetto da leucemia da circa un anno; Vincent Enyeama (idolo di Uzoho) fuori rosa al Lille e fermo da più di un anno. Il CT Rohr si è dunque convinto che un po’ il destino e un po’ la necessità gli avevano messo tra le mani questo ragazzone: e anche con l’aiuto dell’ex portiere italiano Enrico Pionetti (ora nello staff della Nigeria come preparatore dei portieri) ha plasmato in questi mesi Uzoho. Un miracolo? È lo stesso Francis ad ammetterlo, lui che è molto credente come testimonia il suo “In Christ alone” alla fine di ogni tweet. “Non me l’aspettavo”. “Non avrò paura di schierarlo contro la Croazia”, dice invece Rohr. E tra coraggio e miracoli, probabilmente è il volo l’azione che riassume questa storia: il volo di Francis, quello delle Super Aquile in Russia. Il volo dell’inaspettato.



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