Durante l'intervista esclusiva rilasciata a Sky Sport, Tiago Pinto ha anche parlato della finale di Europa League, giocata l'anno scorso dalla Roma contro il Siviglia e vinta dagli spagnoli ai calci di rigore.
Tiago Pinto: "È stato il giorno più impattante della mia carriera"
"Umanamente, le 72 ore successive alla finale sono state difficili. Noi siamo professionisti, ma viviamo comunque di emozioni. Pensi che non dovevi perderla, senti quel filo di ingiustizia e a volte emerge il peggio di noi stessi, la tristezza, l'amarezza, il conflitto, i casini. È stato forse il giorno più impattante a livello fisico della mia carriera", ha dichiarato il portoghese.
"Eravamo morti perché eravamo convinti di poterla vincere e avevamo disputato un'ottima partita. Ma il calcio è così, la differenza tra vincere e perdere tante volte è un dettaglio. Poi chiaro, quella finale è diventata ancor più polemica per le decisioni arbitrali", ha aggiunto Tiago Pinto.
Tiago Pinto sulla centralità di Abraham
L'ex general manager giallorosso ha proseguito sottolineando un altro aspetto problematico successivo alla finale, l'infortunio di Abraham: "Quello è stato un momento cruciale. Dopo la finale giochiamo contro lo Spezia e si fa male Abraham".
"Un'altra difficoltà, visto che Tammy è un asset fondamentale per la Roma ed eravamo consapevoli che l'avremmo perso per tanto tempo", ha commentato Pinto. "Poi quando tutti gli altri magari avevano tempo di riflettere e riposare, noi avevamo l'obbligo del settlement agreement. Quindi penso che a fine giugno per la prima volta ho pensato di essere arrivato al limite della mia capacità. Dopo mi sono ripreso, abbiamo fatto secondo me anche un buon mercato estivo, ma magari è stato lì quando ho cominciato a decidere che dovevo andar via".