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Data: 30/11/2018 -

Samuel: "Roma irregolare, Inter avanti. Ci vuole coraggio per infastidire la Juve"

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Nella sua straordinaria carriera Walter Samuel ha conquistato due squadre in Italia: prima l'Inter e poi la Roma, con in mezzo l'esperienza al Real Madrid. In giallorosso uno scudetto e una Supercoppa, in nerazzurro tanti trofei con l'emozione del Triplete e della Champions League conquistata sotto il cielo di Madrid. Domenica sera ci sarà proprio la sfida tra le sue due ex squadre in Italia, all'Olimpico Roma e Inter cercano riscatto dopo le recenti sconfitte.

“La Roma fa un po’ fatica, è irregolare, a volte inspiegabile – ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport - Visto in Champions? Gran primo tempo, ha preso un colpo e si è sciolta: mi sembra un fatto mentale, più che altro. L’anno scorso mi impressionava la sua identità, ora è come se non fosse convinta fino in fondo di quello che fa e le sta mancando De Rossi: non vinci senza gente che ha vinto e in Italia è dura trovare giovani già da prima squadra a 18 anni, come fece lui. L’Inter si è consolidata: Spalletti sta trovando solidità e continuità. A Londra fino al gol ha tenuto benissimo, e guardate che il Tottenham è forte forte. Anche la Roma in casa è forte, ma io vedo ancora l’Inter almeno un passettino avanti. La Juve è lontana, per loro due lo scudetto sarà arrivare di nuovo in Champions. Però chi fa bene domenica prende coraggio, e ne vorrei vedere di più in tutte le squadre, non solo Roma e Inter. Per dare almeno un po’ più di fastidio alla Juve, dai.

Dzeko o Icardi? Tutti e due sanno nascondersi dietro il difensore sul lato opposto alla palla: era la cosa che soffrivo di più. Però diversi: Icardi vivrebbe dentro l’area, Dzeko esce molto di più, gli piace tenere la palla. Se mi aspettavo Di Francesco allenatore? Forse no. Però lui, Tommasi, Mangone erano i grandi saggi del gruppo: meno minuti in campo, tanto peso. Per quello scudetto hanno contato più di altri che giocavano di più. Spalletti? Con l’Inter è sempre stato difficile giocare contro la sua Roma. L’ho studiato molto, soprattutto certe giocate a memoria con il trequartista”.

E via di ricordi, scudetto a Roma e Champions con l'Inter: “Io mezzo nudo, con i pantaloncini di Mangone – i miei me li avevano tolti nella prima invasione di campo – che tiro in aria la maglia e poi non la vedo più. Io che giro per Roma ed era tutto colorato di giallo e di rosso, tutto. Ero ancora un giovane coglionazzo, mi persi la festa al Circo Massimo. Champions? Quella volta al Circo Massimo ci andai: era San Siro, appena atterrati da Madrid con la coppa. Ma anche a Malpensa tornati da Barcellona fu una bella botta di brividi.

Infine, sul Superclàsico Boca-River: “Comunque andrà, sarà una partita macchiata. Ci guardava tutto il mondo, ma in Argentina siamo così, basta ripensare alla legalizzazione dell’aborto, la scorsa estate: che sia sociale, politica, sportiva, qualunque questione diventa un motivo per essere rivali in modo estremo. E oggi gli amici mi telefonano, hanno paura di mandare i figli allo stadio. Qualunque stadio”.

L'intervista integrale sulle pagine della Gazzetta dello Sport.



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