Paulo Fonseca ha parlato alla vigilia dell'andata dei sedicesimi di Europa League tra Roma e Gent. Momento di difficoltà per i giallorossi che vogliono obbligatoriamente mettersi alle spalle: "Sono preoccupato solo di vincere domani sera. E' stata una bella settimana di lavoro. Confronto tra me e giocatori? Non è vero. Adesso è più facile inventare cose di spogliatoio, tra me e i giocatori e tra me e la società. Noi siamo qui per lavorare onestamente, senza nessuna intenzione di nascondere qualcosa. Abbiamo sempre lavorato onestamente con la voglia di discutere e di confrontarci apertamente. Sempre parlando di tutti i problemi. Non è giusto inventare queste cose”.
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Fonseca si è soffermato poi sul momento di difficoltà di Lorenzo Pellegrini: "Il problema è lo stesso della squadra. Lorenzo ha accusato di più il momento della squadra, deve essere equlibrato, senza pressione, senza voglia di dimostrare di ribaltare velocemente questa situazione. Diawara? Siamo molto ottimisti sulla sua condizione. Ha iniziato due giorni fa ad allenarsi con noi. I segnali sono positivi. Speriamo che continui a migliorare. Ho parlato con lui e mi ha confermato che sta bene. Siamo ottimisti”.
L'Europa League può essere una strada per conquistare il prossimo anno la Champions: “Abbiamo due possibilità. So che in pochi credono nella Champions tramite il campionato, ma noi ci crediamo ancora. E’ importante recuperare la squadra, recuperare quello che abbiamo fatto in passato senza alcuna pressione. Non possiamo pensare di vincere qualcosa se non torniamo a essere la squadra che siamo stati. Dobbiamo riavere fiducia. Ora pensiamo a vincere domani con fiducia”.
In questo momento a Roma si vive un momento negativo che genera pressione su squadra e allenatore: “Ho parlato di questo con il mio assistente. Qui a Roma si crea una negatività che non capisco. Tutti mi hanno detto che a Roma è difficile e che si lavora con la pressione. Se un allenatore non vuole avere pressione non puoi allenare grandi squadre, perché esiste in tutte le squadre. Questo non è un problema…”.
Una pressione non vissuta in Ucraina: “Perché lo Shakhtar non stava a Donestk. La Dinamo aveva una pressione grande a Kiev, i nostri tifosi non erano vicini. Questa è una situazione più semplice per me. Se non avessi voluto la pressione non sarei venuto qui. Non è una scusa per me. Sono pronto per la pressione di Roma. Quando non si vince la critica è più forte. Succede in tutte le grandi squadre. Non è diverso qui a Roma. Voglio accettare la pressione. Qui pero diventa una scusa. Per me non è una scusa”.