Ad esultare come un pazzo dopo il responso del VAR, ovviamente, c'era anche lui, Daniele De Rossi. Pugno in alto, fascia da Capitano ben in mostra e qualche parolaccia di troppo in argentino catturata dalle telecamere: "Il Liceo Linguistico, in fin dei conti, mi ha insegnato qualcosa - ha commentato, ridendo, ai microfoni di Sky Sport - e anche Fazio è un buon maestro (Ride n.d.r). A parte tutto, giocare al suo fianco è un onore, perché è un professionista esemplare". Tre punti d'oro per la Roma, che rischiava di inciampare nel secondo pareggio consecutivo contro una medio piccola, dopo i miracoli di Sorrentino in quel di Verona: "Con grande perseveranza e brillantezza vinci in modo più facile - continua De Rossi - se manca una delle due ma l'altra c'è, allora puoi portare a casa punti fondamentali". Cosa che i suoi compagni hanno saputo fare, nonostante un Cagliari attento e preciso: "In queste ultime gare abbiamo creato di meno rispetto al solito. Però non è facile, perché gli avversari sono organizzati, ti studiano e se sei meno vivace allora fai fatica". Alla fine, a fare la differenza, è la difesa. Sì, perché la Roma non segna tanto, ma incassa pochissimo: "Quando ammiravamo la Juventus nel saper ammazzare i campionati, abbiamo sempre detto che la grande forza di ogni squadra è la difesa. Se non prendiamo gol, spesso lo facciamo. In Italia la fase difensiva è fondamentale e quest'anno la stiamo curando molto, sia grazie a Di Francesco che a Tomei. Guardate Manolas: era uno che giocava la sua partita, era un po' anarchico, fidandosi forse troppo della sua velocità per rimediare a qualche errore tattico di troppo. Ora è più attento a non sbagliare di un centimetro". Una bella differenza rispetto alla scorsa stagione, dove la Roma dietro sbandava troppo: "L'anno scorso abbiamo preso dei gol incalcolabili, difendendo in modo disorganizzato. Ora abbiamo capito che l'importante non è vincere duelli singolarmente, ma coprire in blocco. Siamo più maturi? Sì, anche perché molti di noi sono "invecchiati". Ci si rende conto che quanto fatto prima non era abbastanza. Concretezza, forza, determinazione e voglia prima erano parole un po' astratte, ora sappiamo quanto contano. Siamo solidi, anche fuori dal campo, dove passiamo tanto tempo insieme". Chiosa finale sui secondi che ha impiegato il Var a convalidare il gol: "Abbiamo esultato con grande gioia, poi ci siamo un attimo bloccati, non sapevamo se l'arbitro stesse controllando un potenziale fuorigioco o un fallo di mano. Poi è andata bene"
Data: 16/12/2017 -