Uno dei motivi che animano le discussioni intorno al gioco del calcio da molto tempo e che, nonostante qualche nuova disposizione regolamentare introdotta, non ha trovato ancora nessuna soluzione efficace è senza alcun dubbio come prolungare il tempo effettivo di gioco. Durante l’estate scorsa, quando ancora gli organismi ufficiali non avevano preso posizione, qualcuno degli addetti ai lavori aveva ipotizzato la possibilità di fare come per il Futsal, cioè fermando il gioco per ogni occasione in cui il pallone non è in gioco.
Non è escluso che alla fine questo avverrà ma, al momento, il Comitato Tecnico, riunitosi all’inizio di settembre, ritiene ormai insostenibile il senso di frustrazione che colpisce ogni addetto ai lavori quando, alla fine di ogni partita che dovrebbe durare 90 minuti, ci si accorge che questa ha avuto una durata media inferiore ai 60 minuti di tempo effettivo, comprendendo anche il recupero dei due periodi di gioco.
Il Comitato ha preso in esame il problema e ha fissato le linee guida della discussione che dovrebbe portare all’eventuale approvazione della proposte emerse in occasione della prossima Assemblea Generale della FIFA. Gli esperti hanno convenuto come da subito è possibile operare in modo da diminuire le perdite di tempo attraverso comportamenti più virtuosi degli addetti ai lavori. Hanno evidenziato che un “calcolo più rigoroso di "tempo supplementare" potrebbe essere attuato immediatamente e suggerisce alcune ipotesi. Gli arbitri dovrebbero essere molto più severi nel calcolo del tempo supplementare, fermando il proprio orologio:
Calcio di rigore – dal momento della concessione fino al momento dell’esecuzione;
Segnatura di una rete – dal momento della concessione fino al momento della ripresa del gioco;
Infortunio – dal momento in cui l’arbitro concede i soccorsi fino a quando il gioco riprende effettivamente.;
In caso di adozione di ammonizione o espulsione – dal momento in cui l’arbitro estrae il cartellino fino alla ripresa del gioco;
In caso di sostituzione – dal momento in cui l’arbitro concede l’autorizzazione fino all’effettiva ripresa del gioco.
Inoltre molto tempo è "perso" - spesso deliberatamente - da un giocatore che viene sostituito quando si porta lentamente in prossimità della linea di metà campo. Così come un giocatore ferito deve lasciare il campo dalla linea laterale più vicina, questo criterio potrebbe essere applicato anche a un giocatore sostituito (a meno che non vi siano problemi di sicurezza identificati dall'arbitro) poiché la regola non stabilisce che il giocatore abbandoni nella linea di metà campo.
Nella richiesta di rispetto della distanza – dal momento in cui l’arbitro inizia a misurare la distanza di 9,15 m (o usa lo spray per la posizione della palla) finché non viene dato il segnale per battere il calcio di punizione.
Portiere che tiene la palla - gli arbitri dovrebbero applicare la norma dei 6 secondi in modo più rigoroso perché sta diventando veramente tanto il tempo che trascorre da quando viene in possesso del pallone fino al momento che lo rilascia al gioco. Per i più curiosi si ricorda che questa regola è stata introdotta nel 1997 in sostituzione della regola dei 4 passi.
Durante il periodo di recupero un metodo efficace per aumentarne il tempo di gioco potrebbe essere quello di interrompere l'orologio ogni volta che il gioco si ferma e riavviarlo quando inizia il gioco, vale a dire il tempo di riproduzione effettivo. Questo potrebbe essere applicato in vari modi con l'orologio bloccato ogni volta che il conteggio del tempo si ferma negli ultimi 5 minuti del primo tempo e gli ultimi 10 minuti del secondo tempo (lo stesso durante il tempo supplementare) , che sono i periodi della partita quando i giocatori hanno più probabilità di "perdere tempo". Questo comporterebbe la determinazione che una partita avrebbe la durata effettiva (per esempio) di due periodi di 30 minuti.
Inoltre negli stadi in cui vi è un orologio visibile dagli spettatori il tempo dovrebbe essere visualizzato e ogni qualvolta l'arbitro "ferma l'orologio" anche l'orologio dello stadio si ferma tramite un collegamento diretto all'orologio dell'arbitro, controllato anche tramite un funzionario che controlla l'orologio che è in contatto con l'arbitro. L'orologio dello stadio dovrebbe mostrare anche il recupero in corso e non fermarsi a 45 e 90 minuti. Anche altri elementi potrebbero essere presi in esame, ma ci ripromettiamo di tornare sull’argomento quando l’IFAB avrà pubblicato nuove argomentazioni.