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Data: 26/09/2016 -

Regolamentiamo – La Guida Pratica della Regola 3: gli elenchi dei calciatori e la loro identificazione

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Continuiamo il percorso che ci porta ad analizzare, regola per regola, quella che è la casistica, o per usare un termine più corretto la “Guida Pratica”, del Regolamento del Gioco del Calcio. Nella precedente trattazione della Regola 3 abbiamo parlato del numero di sostituzioni e della procedura da seguire per effettuarle regolarmente. Oggi soffermeremo la nostra attenzione su altri aspetti veramente interessanti. Forse non tutti sanno che prima dell’inizio della gara le società, tramite il dirigente accompagnatore ufficiale devono presentare all’arbitro, le tessere dei calciatori, laddove previste, o l’ultimo tabulato dei tesserati ricevuto dalla FIGC. Queste unitamente ai documenti d’identificazione e a un elenco, redatto almeno in duplice copia, nel quale devono essere annotati i nomi dei calciatori, del capitano e del vice capitano, del dirigente accompagnatore ufficiale, del dirigente addetto agli ufficiali di gara (solamente per la Società ospitante) e di tutte le altre persone che possono accedere al recinto di gioco, con l’indicazione delle relative tessere o della matricola del tabulato. Gli elenchi presentati dalle squadre hanno un valore decisivo ai fini della partecipazione alla gara e dell’individuazione dei calciatori. Le squadre possono cambiare i nomi già indicati fino a che il gioco non abbia avuto inizio. L’elenco può, ancora, essere integrato, anche dopo che la gara è iniziata, per l’eventuale arrivo di calciatori titolari ritardatari. L’arbitro, prima di ammettere nel recinto di gioco i calciatori, deve controllare che i dati dei documenti d’identificazione corrispondano a quelli trascritti nell’elenco di gara. Deve altresì provvedere a identificarli in uno dei seguenti modi: attraverso la propria personale conoscenza; mediante un documento di riconoscimento ufficiale rilasciato dalle Autorità competenti; mediante una fotografia autenticata dal Comune di residenza o da altra Autorità all’uopo legittimata o da un Notaio; mediante apposite tessere eventualmente rilasciate dalle Leghe, dal SGS e dai Comitati. Se, durante l’identificazione dei partecipanti alla gara, l’arbitro riscontrerà palese differenza tra il volto di un calciatore e quello impresso sulla foto del documento di riconoscimento, chiederà altro documento valido di riconoscimento e, in mancanza, esperirà ogni tentativo per una indubbia identificazione (es. fotografia insieme con il calciatore).  Se ciò non è possibile ritirerà il documento (soltanto se si tratta di tessera federale) e farà sottoscrivere una dichiarazione sull’identità del calciatore dal dirigente responsabile e dal calciatore stesso, che comunque deve essere ammesso al gioco. Del tutto farà menzione nel rapporto di gara, a cui allegherà la documentazione sopra citata. Un calciatore privo di tessera federale o di un qualsiasi documento di riconoscimento, chiede di partecipare alla gara rilasciando all’arbitro una dichiarazione circa la propria identità. Fermo restando che l’arbitro deve procedere a identificarli secondo la procedura indicata nelle Decisioni Ufficiali FIGC, solo in caso di conoscenza personale lo farà partecipare al gioco altrimenti non gli consentirà di partecipare alla gara perché privo di tessera federale o idoneo documento di riconoscimento. Se prima dell’inizio di una gara, il capitano di una squadra chiede che si attenda l’arrivo di calciatori ritardatari. L’arbitro, indipendentemente dai motivi addotti, non può imporre a una squadra di iniziare il gioco se questa ha richiesto di far uso del proprio diritto di essere attesa per un periodo pari alla durata di un tempo di gara (o del minor tempo disposto dagli Organi federali). Dei motivi del ritardo l’arbitro farà menzione nel rapporto di gara. Se allo scadere del tempo di attesa, una squadra si presenta in tenuta di gioco esibendo all’arbitro i documenti richiesti e, quindi, in condizione di iniziare la gara, deve esserne ulteriormente ritardato l’inizio per l’espletamento delle formalità o per altre cause estranee al comportamento delle squadre.

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