Quando ha svuotato l’armadietto del Training Ground, lasciando il centro sportivo del Leicester (il suo Leicester) per l’ultima volta, Claudio Ranieri avrà dato uno sguardo anche ai lockers del suo staff. Di chi lo ha accompagnato in una favola durata 18 mesi e celebrata con il titolo in Premier. Di chi, in fondo, forse non l’ha mai sostenuto davvero. Di chi, alla fine, potrebbe averlo tradito accompagnandolo all’ultimo atto: l’esonero. Chi lo avrebbe provocato sono gli stessi uomini che a Leicester non lo hanno mai aiutato veramente, quelli ancora legati all’ex allenatore Pearson che da sempre gli avrebbe fatto “guerra”. Quella che anche lo scorso anno, durante la cavalcata trionfale di Vardy e compagni verso il titolo, avrebbe provato a spingere la squadra contro Ranieri. Mike Stowell (allenatore dei portieri) e Dave Rennie (capo-fisioterapista) su tutti, tirando dentro anche Jon Rudkin, il direttore sportivo del club, e qualche giocatore fuori forma che avrebbe così trovato su chi scaricare le proprie colpe (anche se la maggior parte dello spogliatoio era ed è con lui, manifestando vicinanza e stima anche dopo l’esonero).
Alla base della motivazione per il club ci sarebbe stato quindi proprio il rapporto non buono con lo staff: la sintonia con il vecchio staff, filo-Pearson (il kit manager Paul McAndrew ed il fisioterapista della prima squadra Simon Murphy compresi), non c’era più. E forse non c’era mai stata. Hanno “vinto” loro, ha pagato Ranieri quindi. Ha pagato invidia e gelosia, ha pagato un feeling con lo staff di Pearson (ancora attaccato alla poltrona) che non c’è mai stato davvero. Nonostante la favola. Ranieri si sentirà pugnalato alle spalle, e in fondo come dargli torto. Paolo Benetti e Andrea Azzalin, i suoi uomini, se ne sono andati via con lui. A riprova del fatto che, tra gli armadietti del Training Ground, ci fosse una scissione che ha portato all’esonero di Ranieri. Il vecchio staff contro, tutto il mondo a favore. Perché anche oggi siamo tutti Ranieri. Tutti con lui. Al punto che i profili social del Leicester sono presi d’assalto da chi non ha condiviso affatto questa scelta, al punto che anche il presidente (convinto dai suoi uomini ad esonerare un allenatore con cui aveva un ottimo rapporto e che ha stimato fino alla fine) ha dovuto abbandonare Instagram per gli insulti. Pugnalato sì, ma anche sostenuto da tutti. Tifosi e addetti ai lavori. Il mondo del calcio è tutto con Ranieri, lo esprime sui social come in tv. Spalletti, Mourinho, Carragher, Lineker, Howe, Pulis. Mancini. Sono soltanto alcuni. Un sostegno mondiale che farà sentire meno l’amaro dell’esonero a Ranieri. Una favola indimenticabile, un esonero ingiustificabile.