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Data: 13/02/2018 -

Quel vecchio vizio di entrare e decidere le partite: Francesco Marano si ripete anche con la maglia della Sicula Leonzio

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Entrare al 70’ di una partita difficile ed equilibrata, su un campo ostico come quello di Catanzaro, con il risultato fermo sullo 0-0. Segnare dopo pochi istanti, correre a festeggiare sommerso dai propri compagni e partecipare da protagonista ad un trionfo che si concretizza e diventa addirittura dilagante negli ultimi minuti, con una clamorosa vittoria esterna per 0-3 che pesa come un macigno nella corsa ai play-off. Il copione perfetto di un regista appassionato di calcio? No, semplicemente la domenica pomeriggio di Francesco Marano, centrocampista della Sicula Leonzio. “E pensare che in passato ho fatto anche di meglio – racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com – lo scorso anno, con la maglia della Viterbese, entrai sullo 0-0 nella partita contro il Renate. Segnai quasi subito. Poi di nuovo. E ancora. Una tripletta incredibile. La partita finì proprio 3-0 e credo che ricorderò quel giorno per tutta la vita”. Quando si dice che la panchina fa la differenza. “Chi non gioca dal primo minuto ha sempre uno stimolo in più per fare bene. Le gare equilibrate sono spesso decise da chi entra dopo e ha voglia di mettersi in mostra, di ribaltare le carte in tavola. Quando non sono nella formazione titolare penso sempre a quella splendida tripletta e trovo la carica giusta per entrare subito in partita, così è accaduto anche ieri e la soddisfazione per la vittoria è stata doppia”.

E la soddisfazione è stata enorme per tutti i tifosi della Sicula Leonzio che, adesso, guarda la zona play-off del Girone C da molto vicino. “Ultimamente le cose stanno andando bene – aggiunge il centrocampista – con Aimo Diana in panchina la squadra ha trovato compattezza e costanza, adesso i play-off non sono più un miraggio ed è giusto crederci tutti insieme”. Proprio Aimo Diana, subentrato a Pino Rigoli ad inizio dicembre, è stato l’allenatore di Marano già nella scorsa e sfortunata stagione, quando insieme, a Melfi, non riuscirono a salvare la squadra lucana da una deludente retrocessione. “Con Diana mi trovo benissimo. E’ una persona grintosa e schietta, che ha un grande impatto sulla squadra a livello caratteriale e riesce a tirare fuori il massimo da ogni giocatore. Anche nella scorsa stagione il suo arrivo fu una rivoluzione positiva e dette una speranza a tutti i tifosi del Melfi. Purtroppo l’epilogo fu comunque sfortunato ed è un triste rammarico che mi porto ancora dietro”.

La stagione di Marano si chiuse con una retrocessione, ma lo score personale fu esaltante: 9 gol. Niente male per un centrocampista. “Negli ultimi anni sono migliorato molto dal punto di vista realizzativo. Amo seguire l’azione e andare a concludere, ho un istinto offensivo e caratteristiche tecniche che mi spingono a farlo. Devo dire che la mia media gol non è per niente male: anche in questa prima parte di stagione ho dato un buon contributo, spero di continuare così”. Del resto, soprattutto nel campionato italiano, i centrocampisti moderni devono necessariamente essere anche buoni realizzatori. Una soluzione alternativa agli attaccanti, spesso braccati da difese rocciose e coese, quasi invalicabili. Le grandi squadre lo insegnano, il ritmo altissimo lo impone e nelle scuole calcio i nuovi Marchisio e De Rossi vengono educati al gol fin dalla tenera età. “L’esempio per me perfetto del centrocampista moderno è Radja Nainggolan – dichiara ancora Marano – la sua intensità è spaventosa: gioca a tutto campo, riesce a dare il suo apporto in entrambe le fasi e sprigiona una grinta incredibile”. Anche il campione della Roma ha il vizio del gol, ma Marano sfugge il paragone. “Credo che ognuno debba ispirarsi a sé stesso. Coltivare ogni giorno le proprie doti e lavorare per migliorare le mancanze. Solo così si cresce davvero”.

E il centrocampista di Castellamare di Stabia è cresciuto davvero molto. Ha 27 anni, può vantare oltre 180 presenze tra i professionisti e stagioni da protagonista vissute con le maglie di Juve Stabia, Aversa Normanna, Casertana, Benevento, Viterbese e Melfi. Una carriera al Sud, la sua terra, il suo stimolo più grande. “Le tifoserie del girone Sud sono straordinarie: accendono nei giocatori la voglia di vincere. In campo non sei mai da solo, c’è tutta la città con te. Anche per questo ho quasi sempre militato in questo girone, il fascino di certe partite è irresistibile”. Adesso lo sguardo va al futuro: una stagione con la Sicula Leonzio da coronare con un gran traguardo e gli obiettivi personali di un centrocampista che sta dimostrando molto da ormai diverse stagioni. “Il progetto societario della Sicula è serio e ambizioso, per questo ho deciso di venire qui. La squadra è buona e l’entusiasmo è crescente, possiamo fare davvero molto bene”. Marano, l’uomo della provvidenza, il centrocampista con il senso del gol, il giocatore del Sud che sogna un futuro radioso. “Beh, se arrivasse la chiamata da una squadra di Serie B – conclude sorridendo – potrei pensare anche di trasferirmi al Nord”.

di Giacomo Bernardi



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