Una vita da mediano…O da regista, “visto che vengo da Cinecittà. Un po’ tutte e due dai”. Tipico accento romano Federico Proia, centrocampista della Pistoiese. Simpatico, di quelli sempre con la battuta pronta. Sarà per il gol di domenica contro l’Arezzo, il primo tra i professionisti... “No, io sono sempre così. Amo sorridere e scherzare. Finalmente direi…”. Dopo un anno difficile, prima l’infortunio alla caviglia “e poi appena rientrato mi sono rotto il braccio. Una sfiga unica…”.
Si ispira a De Rossi per grinta e cattiveria. “Non può essere altrimenti, sono un grande tifoso romanista. Da piccolo andavo sempre allo stadio…spero sia l’anno buono per lo scudetto!”. La cosa si fa ben più complicata quando giocano contro Torino e Roma… “Diciamo che in questo caso sono imparziale. Con la Primavera del Toro e Moreno Longo in panchina – racconta Proia ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – ho vinto lo scudetto ed è stata l’emozione più bella della mia carriera. La maglia granata, i tifosi del Torino sono un qualcosa di speciale, solo se ci giochi puoi capirlo”. Si emoziona, scende la lacrimuccia. “Ricordo ancora quando siamo saliti a Superga per commemorare gli Invincibili: una cosa da brividi, mi ha segnato. Giocare per questa squadra è stato un privilegio perché non è come tutte le altre”.
Tanti ricordi, voce innamorata. Un amore giovane, forse il primo calcisticamente parlando. Classe ’96 Proia, prova a descrivere il Cuore Toro. Che con l’emozione e le parole di un ventenne colpisce ancora di più: “E’ un qualcosa che ti porta a dare sempre di più. Ma quando indossi la maglia granata ti viene naturale. Poi c’era Longo che ti tirava fuori carattere e personalità”. Quando gli raccontarono la storia degli Invincibili tremava. Era senza parole. Estasiato. ‘Solo il fato li vinse’. Un’esperienza unica, che lo ha segnato, lo ha fatto crescere… “Così come le amichevoli con la prima squadra. C’era Bruno Peres che era impressionante. Giocava la palla con una semplicità da brasiliano vero e quando partiva sulla fascia era un bel casino…”.
Poi l’addio al Torino, “mi è dispiaciuto ma si vede che era destino”. La Pistoiese e lo Spezia che quest’anno lo ha girato di nuovo in prestito qui. Ma il pensiero è ancora fisso a quella finale scudetto vinta contro la Lazio… “Io da romanista ho goduto il triplo. Che spettacolo! Un privilegio il Toro, chissà se un giorno…”. Si interrompe, con un po’ di sana scaramanzia. Vive per il calcio, “sono un tipo tranquillo, ma quando vado in campo mi bolle il sangue”. E poi il Gladiatore, il suo film preferito. “Un modello Massimo X Meridio, mi piace la sua determinazione”. Da piccolo Proia non guardava i cartoni animati né giocava alla play station. Solo film (d’altronde è di Cinecittà) e cibo… “Mangiavo parecchio e mio fratello mi prendeva un sacco in giro. Tra noi c’è un rapporto stupendo”. Giocano entrambi a calcio, anche Daniele suo fratello è centrocampista, ma della Lupa Roma: stesso girone della Pistoiese. Ah il destino… “Sì, abbiamo fatto una scommessa speciale. Chi fa più gol paga la vacanza a fine stagione. L’altro giorno dopo la mia rete all’Arezzo l’ho subito preso in giro… ‘E quando mi riprendi più?’ perché anche lui segna poco come me. Se vince lui un viaggetto alle Seychelles, se vinco io massimo Riccione o una cenetta…”.
Così, almeno, non devi nemmeno spendere per andare al ristorante. Cucini tu, no? Masterchef Proia… “Mi piace molto cucinare. Faccio una carbonara che è la fine del mondo. Ogni tanto invito i miei compagni a cena e rimangono stupiti. Forse perché non sanno che per farla venire una bomba la crema d’uovo va messa cruda a fine cottura. Masterchef? Se va male col calcio perché no?”.
Un calcio al pallone e la pentola sui fornelli. Sempre in movimento, Proia. Ti dovrebbero allungare la giornate… “Buona idea, chiederò a chi di dovere”. Ora però lo dobbiamo salutare, si deve mettere a preparare la cena…