Fine giugno. Perisic è ad un passo dal Manchester United, sembra ormai tutto fatto, Ivan ha già salutato i tifosi dell’Inter all’ultima partita in casa. La storia sembra già essere scritta. Ma ad Appiano Gentile arriva Luciano Spalletti, che non la pensa così. “Ivan rimani con noi, fidati di me”. Ce la immaginiamo così la telefonata tra l’attaccante croato e l’allenatore toscano. Risultato: rinnovo e inizio di campionato super per un Perisic sempre più trascinatore di questa Inter. Oggi l’ennesima prova: una tripletta (la prima in A) contro il Chievo a San Siro e primo posto solitario in campionato.
Il segreto di tutto ciò ha un nome e un cognome: Luciano Spalletti. Lo sanno i giocatori, che di lui si fidano ciecamente, basta vedere le prestazioni di Santon e Ranocchia, due che sembravano ormai fuori dal progetto Inter. Ma sopratutto lo sanno i tifosi che oggi glielo hanno anche dimostrato. “Luciano Spalletti eeee oooo” ha cantato tutto lo stadio, prendendo spunto dalla Curva Nord. Proprio la Curva nerazzurra, che dai tempi di Mourinho non dedicava un coro all’allenatore (eccezion fatta per il giorno del ritorno di Roberto Mancini). Spalletti si è preso l’Inter. Non lo ha fatto con le parole, ma con i punti: 39 in 15 partite, unica squadra imbattuta in Serie A. San Siro è tornato ad essere la forza di questa Inter con solo due punti lasciati per strada contro il Torino. E pensare che dodici mesi fa questa squadra (oggi 9/11 facevano parte della rosa 2016-2017) aveva 18 punti in meno e due anni fa sei in meno. Quell’Inter di Mancini fece un girone d’andata stratosferico per poi perdersi in quello di ritorno. Spalletti sa benissimo che il campionato è lungo, e che la competitività è alle stelle visti i ritmi delle prime cinque.
Spalletti sì, Perisic ovviamente, ma non solo. E’ un’Inter solida, difficile da battere, e che ha tanti punti fermi. Come Skriniar, che oggi ha fatto il suo terzo gol stagionale diventando il terzo marcatore dopo Icardi e Perisic. Il suo gol è il simbolo perfetto di questa Inter. Palla recuperata in difesa, corsa di ottanta metri e gol su assist di Candreva, che a sua volta era stato trovato da una palla al bacio di Brozovic. Poi c’è lui. Mauro Icardi. Non esiste un aggettivo giusto per descriverlo. La sua stagione inizia a far paura seriamente: 16 gol in 15 partite stagionali, 97 totali in Serie A, decimo marcatore nella storia dell’Inter a pari merito con Mario Corso. Tutto questo a 24 anni, da capitano. Semplicemente impressionante. L’Inter di oggi ha dato riposte importanti, ma la Juventus è a soli due punti, e sabato sera ci sarà il derby d’Italia. Juventus-Inter: Higuain contro Icardi, ma soprattutto Allegri contro Spalletti. Vietato prendere impegni.