Bum bum Piatek. Non solo la conferenza stampa di presentazione: il nuovo attaccante del Milan ha raccontato le emozioni di questi giorni in esclusiva per Prezglad Sportowy, una delle principali testate sportive della Polonia.
"Quanto ho dormito le ultime notti? Poco", ha confessato l'ormai ex Genoa. "Sono state fasi di grande adrenalina, giornate davvero intense. Ieri la conferenza, la sessione fotografica, l'intervista per Milan TV. Oggi i test sportivi, ma devo cercare di concentrarmi per lavorare duramente. È tempo di calmarsi dopo questo periodo a mille".
Piatek commenta il suo primo impatto a Milanello. "Fantastico, mi trovo in un grande club. I campi, le strutture, ciascuno qui ha la propria stanza. So di aver preso un'ottima decisione: mi hanno accolto benissimo, tutti mi aspettavano. E quando ho visto la stanza dei trofei sono rimasto a bocca aperta. Come in una fiaba. Con Gattuso invece devo ancora parlare, finora non c'è stato tempo per andare al di là di qualche battuta cortese".
Ma quello che vuole l'allenatore del Milan, dal suo nuovo Pistolero, è fin troppo chiaro. "Non si può rifiutare un club come il Milan. E non sono venuto qui per accomodarmi in panchina e per fare presenza. Ho un'enorme possibilità e voglio sfruttarla". Sull'onda di un rendimento fino ad oggi da sballo. "All'inizio della stagione ho sorpreso tutti, anche me stesso. Quando ho
iniziato a segnare è diventato chiaro che i club europei avrebbero
iniziato a interessarsi a me. Le mie prestazioni hanno avuto grande
risonanza, ma non credevo che sarei andato via prima dell'estate. E poi è successo questo: la vita è bella e
imprevedibile".
Krzysztof svela poi qualche retroscena della trattativa. "Sì, l'offerta è arrivata due settimane fa, subito le carte sul tavolo: -Ti vogliamo, ti diamo questo e tanti soldi al Genoa. Cosa ne pensi?-. Non ho dovuto farlo. La situazione era win-win sia per me che per il club. Una somma enorme per il Genoa e per me l'inizio del capitolo 'Sogni che diventano realtà'". Come nelle fiabe, appunto.
E quell'immagine di Piatek con l'asciugamano del Milan? Photoshop o profezia? "No, è la verità! Finora è stata l'unica cosa del Milan che ho potuto mettere sulla mia pelle. Oggi invece indosso la vera maglietta rossonera con il mio nome. Magia". L'attaccante cerca di tenere i piedi per terra. "Detto ciò, non dimentico che ho 23 anni e so che devo lavorare molto. Non voglio fare una stagione al top e poi scomparire. Voglio crescere con il Milan, con cui voglio giocare la Champions".
Chissà come avranno reagito alla notizia mamma e papà."Mio padre è rimasto prudente, cercava di tenermi tranquillo. -Figlio, lascia che prima si mettano d'accordo-. Non voleva che mi illudessi, ma dopo aver visto i miei 13 gol del girone d'andata ha avuto la sensazione che qualcosa di grosso sarebbe potuto accadere. E lui è stato il personaggio vestito di rossonero che mi ha accompagnato alle firme". Il tifoso numero uno. "Se su di me c'era anche il West Ham? Sì, ma il Genoa preferiva che andassi al Milan, con cui ha un ottimo rapporto. E anche io non ho avuto dubbi. Con tutto il rispetto per gli inglesi, la cui offerta per me era molto simile in termini economici".
Poi una curiosità sul numero di maglia: Piatek vestirà la 19. La 'maledizione del 9', che da Torres a Destro, da André Silva a Higuain, ha colpito gli attaccanti del Milan, non sarà un rischio per Krzysztof. "Ma io la 9 la volevo!", si lamenta Piatek. "Il Milan però aveva un'altra idea: mi ha detto che quella maglia dev'essere una ricompensa per i calciatori che se lo meritano. E' stata quella di Inzaghi e di Van Basten. Prima devo meritarmela e voglio riuscirci".
La prima occasione è contro il Napoli. "Spero di giocare, ma decide Gattuso. Non avrà molto tempo di vedermi in allenamento, quindi staremo a vedere. Sfida nella sfida contro Milik? Arek è in forma eccellente, non vedo l'ora che arrivi", conclude Piatek. Intanto il Milan si gode il suo, di grande arrivo.