“Piacere, Papu”. E in Europa segna solo gol belli. Anzi, bellissimi. Contro l’Everton una perla a giro assolutamente imparabile, a Lione ecco una saetta su punizione impossibile solo a pensarla, semplicemente deliziosa. Ma Gomez sta facendo il piccolo fenomeno un po’ ovunque: con la rete di Lione adesso sono 5 le sue marcature nelle ultime 5 partite in tutte le competizioni. E via di Papu-dance, l’esultanza che è diventata un tormentone. Per inciso: un brano che ha ottenuto più di 12 milioni di visualizzazioni su YouTube, 2 milioni di ascolti su Spotify ed è arrivato dritto in pezzo sia arrivato all’estero e in Spagna, Argentina e Perù.
‘Papu' perché da piccolo la mamma lo chiamava con l’appellativo di Papuchi. Uno che indossa la ’10’ in onore di Alessandro Del Piero, un suo grande idolo. Uno che quasi tre anni fa giocava in Ucraina, al Metalist: 24 partite e 4 gol. Poi la paura della guerra in un posto diventato un inferno e dove - tutto d’un tratto - non c’era nemmeno l’acqua potabile per lavarsi. Un difetto? Ultimamente in campo non ne ha. Fuori, il solito. Come già raccontò sua moglie Linda. «È estremamente distratto. Devo sempre ricordargli mille volte la stessa cosa. E ancora il giorno dopo, “Hai avvisato questo? Hai chiamato l’altro?”. Sono sempre lì a ricordargli tutto». Oggi un Papu-star - che dopo il rinnovo fino al 2022 è il più pagato nella storia dell’Atalanta - ma soprattutto un Papu più che mai ‘Europeo’ ma che in Europa, magari in Champions, avrebbe potuto giocare già da qualche anno, all’Atletico Madrid: lo voleva il Cholo Simeone, l’allenatore con cui ha lavorato al San Lorenzo e al Catania. Il talento del Lione Fekir lo ha snobbato alla vigilia: “Gomez? Non lo conosco”. Ma il Papu, stanotte, ha teso la mano. O meglio, il destro, su punizione. E come esultanza? Nessuna ‘dance’, prima è giusto indicare il nome scritto sulla maglia. “Da oggi in poi qualcuno mi conoscerà meglio”.