Piacenza, progetto no filters. Il dg Scianò: "Vogliamo almeno la B"
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Data: 22/03/2019 -

Piacenza, progetto no filters. Il dg Scianò: "Vogliamo almeno la B"

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“Strutture, territorio, il calcio come azienda: così abbiamo fatto rinascere il Piacenza”. Viaggio sugli spalti del Garilli: la nostra intervista al direttore generale Marco Scianò
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“Strutture, territorio, il calcio come azienda: così abbiamo fatto rinascere il Piacenza”. Viaggio sugli spalti del Garilli: la nostra intervista al direttore generale Marco Scianò
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Il dg ne parla con interessi che vanno oltre il Piacenza: da ottobre, è anche il presidente della Calcio Servizi Lega Pro. “Una società nata per erogare servizi strategici e amministrativi alle società della categoria. Coniugare i miei due ruoli? Uno stimolo in più, che consente di confrontarsi con tante realtà e di capire a fondo come il calcio si sta indirizzando”, spiega Scianò. “Nei consigli direttivi ho trovato un gruppo di lavoro molto valido. Ciascuna territorialità è diversa, ma ci sono degli spunti importanti da condividere a tutte le latitudini: i presidenti dovrebbero trovarsi di più in ambiti operativi e discutere, perché alla fine vivono localmente lo stesso tipo di problemi”.

Anche qui, Scianò ha le idee chiare. “Ci sono due grossi ostacoli che il calcio deve risolvere immediatamente. Uno è legato alle norme: poco chiare, difficili da interpretare. E poi troppi gradi di giudizio che vanno in contrasto tra di loro, lo abbiamo visto negli ultimi mesi”. In questo senso, con l’adozione delle nuove licenze nazionali introdotte dal presidente Gravina, qualche passo in avanti ci sarà. “A partire dalla prossima stagione, sì. Speriamo che limitino l’ingresso di avventurieri nel calcio e di conseguenza il numero di squadre inadempienti che stravolgono la competizione sportiva”.

 

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Il secondo problema invece è un allarme rosso incredibile. Tralasciando il settore tecnico che ancora ci invidiano, il nostro calcio ha pochissima formazione a livello dirigenziale. Bisogna capire che oggi chi fa calcio a livello professionistico porta avanti delle aziende in cui può essere complicato far quadrare i conti”. L’ignoranza è una colpa da pagare.Se non ci si informa, non si dovrebbe far parte del gioco. Punto. Avremmo società molto più serie e un valore aggiunto per tutto il sistema calcio. Sotto questo punto di vista, oggi siamo totalmente inesistenti. Una questione da risolvere per non perdere competitività a tutti i livelli e vedere tante piazze sparire, purtroppo”.

Come ha mostrato l’altro lato della città, le conseguenze possono essere surreali. Viva i casi virtuosi.Sono favorevole alle seconde squadre, spiega Scianò. “Ma senza andare a copiare modelli stranieri. Il calcio italiano ha delle peculiarità molto precise, con il professionismo diffuso fino alla Serie C se non alla D. Nei principali campionati europei, invece, dopo i primi due campionati c’è un modello totalmente dilettantistico. In quel caso le squadre B si integrano veramente con il sistema locale. Quindi dobbiamo capire innanzitutto come vogliamo riorganizzare i nostri campionati: solo allora si potrà valutare l'inserimento delle seconde squadre su più ampia scala”.

 

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Abbiamo lasciato la sede del Piacenza, ci avviciniamo al campo di allenamento. “I problemi strutturali riflettono un indebolimento del calcio nella vita di tutti i giorni. Penso che oggi stia venendo meno la bellezza di andare allo stadio, di vivere un’emozione, un momento. Forse è cambiato anche il tempo, la cultura delle persone. Ormai ci si accontenta degli smartphone. Gli occhi sono sulla partitella dei ragazzi di Franzini, ma lo sguardo è lontano: Scianò abbandona l’aplomb del dirigente e si lascia andare all’amarezza dell’appassionato.

Quand’ero piccolo io cosa si faceva fino ai 18 anni? Tanto sport, vivevi in prima persona. Guardiamo invece i weekend di oggi: playstation, Facebook, si cazzeggia. Un altro modo di relazionarsi. Oggi lo sport vissuto in modo serio è un movimento in completa diminuzione. Al massimo si va a giocare a calcetto qualche volta: i ragazzi che continuano seriamente oltre i 15 anni sono pochi”. La sfida è soprattutto per il Piacenza del futuro.

“Mi auguro che eventi come la partita di oggi o le numerose iniziative legate al nostro centenario (i biancorossi sono nati nel 1919, ndr), riescano a far capire il Piacenza ai piacentini, soprattutto a quelli più giovani”, lancia l’appello Scianò a fianco del ds Matteassi.Oggi si gasano con Cristiano Ronaldo, la Juve e le altre grandi. Noi invece, attraverso il nostro progetto, vogliamo mostrare che esiste soprattutto la squadra della propria città”. Da vivere in prima persona, senza filtri. Come un palloncino libero nel Garilli.

 

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