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Data: 05/06/2017 -

Percassi e l'Atalanta, tra presente e futuro: "A volte penso di essere su Scherzi a parte. L'obiettivo per l'anno prossimo? La salvezza"

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L’Atalanta di quest’anno rimarrà nella storia della società ma anche del calcio italiano, per la qualità del gioco espresso e non solo. “La Juve, poi la Roma, poi il Napoli e poi noi. A volte penso di essere su Scherzi a parte”, ha dichiarato il presidente nerazzurro Percassi nell’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport. Ha toccato anche il tema mercato: “Kessié voleva andare al Milan e l’offerta economica era insostenibile per noi. Conti ha altri 4 anni di contratto, se qualcuno si fa avanti… Comunque gli consiglierei di stare un altro anno all’Atalanta, magari va alla Juve e finisce col giocare poco. Lo stesso Caldara me l’ha detto: voglio stare un altro anno, ora non mi considero pronto per la Juve. Anche Gomez ha 3 anni di contratto e non è stato fatto nessun ragionamento finora. Vedremo ma non credo voglia andare in una squadra qualsiasi. E adesso c’è l’Europa…”. I giocatori dell’Atalanta si sono rivelati protagonisti anche in Nazionale: “Visto quanto corrono? Stanno tutti bene anche dopo un campionato così duro grazie al lavoro dallo staff dei tecnici, dei medici e dei preparatori. Ma non ci fermiamo e nei prossimi mesi investiremo 10 milioni per migliorare Zingonia: un gioiello”. Secondo il presidente la svolta in questa stagione è stata “la notte passata insonne quando Gasp mi ha detto che voleva lanciare alcuni giovani. Dovevamo giocare contro il Napoli reduce da un partitone in Champions col Benfica. Gli ho detto: ‘Ma è sicuro? Se va male si rischia di bruciare i ragazzi’. Ha avuto ragione lui”. Che feeling con Gasp: “Abbiamo sempre creduto in lui e a Bergamo non si era mai visto giocare così bene. All’inizio serviva una scossa e ricordo che il mercoledì prima del Palermo dissi ai ragazzi che chi non avesse giocato da Atalanta non avrebbe messo più piede qui dentro. Gasp era una nostra idea da tempo anche se inizialmente avevamo puntato su Maran. Il nostro allenatore era sotto contratto col Genoa e appena Preziosi mi ha telefonato per dirmi che prendeva Juric, non ho perso tempo”. Sì ma niente paragoni con l’Atalanta del passato: “Analogie con l’anno dei Malines? Stessa fame e stesso entusiasmo della gente ma il paragone è difficile visto che eravamo in B e poi siamo stati promossi, preferisco adesso”. Quest’Atalanta è la diretta conseguenza dell’incredibile lavoro svolto per il proprio vivaio: “Puntiamo soprattutto sull’educazione dei ragazzi, è una delle prerogative del nostro vivaio. Anche quando sono a tavola devono comportarsi bene, non urlare o fare casino. Siamo durissimi con chi sgarra. A volte telefono per assicurarmi che tutto vada bene. D’altronde, ho giocato con Scirea so cosa vuol dire educazione”. Gli obiettivi per la prossima stagione sono chiari: guai a montarsi la testa. “L’obiettivo è la salvezza, non dobbiamo perderla di vista. Stiamo con i piedi per terra: il doppio impegno sarà rischioso, visto quanto accaduto al Sassuolo. Noi siamo pronti ma la priorità resta il campionato. Non dobbiamo rompere il giocattolo. Non faremo follie, il monte stipendi oggi di 30 milioni al massimo aumenterà del 20 per cento. Vogliamo migliorarci ma rispettando certi limiti. L’Europa League ci porterà 7-8 milioni ma noi dobbiamo considerare anche i 10 milioni investiti per Zingonia e i 40 per il nuovo stadio che sarà pronto tra 3 o 4 anni. Vogliamo tenere l’equilibrio per non essere costretti a vendere all’ultimo momento come quando vendemmo Bonaventura. L’idea è quella di comprare giovani italiani: adesso tutti seguono il modello Atalanta ma non è facile prendere italiani di qualità. E noi siamo formichine rispetto alla Juve”. Verranno fatti investimenti precisi: “Spero che lo stadio sia un buon investimento anche se il comune non ci ha dato nemmeno un mq di area commerciale in più all’esterno, eppure dopo 110 anni di storia ce lo meritavamo. Siamo soddisfatti: chiudiamo con un tasso di occupazione del 90 per cento e la gente ci segue, anche i più piccoli visto che ogni anno regaliamo 12 mila magliette ai neonati di Bergamo e provincia. È un peccato giocare l’Europa League al Mapei Stadium. Verona, San Siro, Reggio Emilia erano le tre ipotesi. Il Sassuolo è stato molto disponibile e sono sicuro che avremo lo stesso sostegno dei tifosi”. Con un auspicio nei confronti della Lega: “Così non funziona, ne ho parlato più volte anche con Tavecchio. Bisogna affidare i vari settori a professionisti che aumentino il valore del prodotto facendo il bene della Lega. Dobbiamo metterci d’accordo in Lega tra uomini di buona volontà per la svolta”.



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