Pavard: "Primo gol con l'Inter? Magari lo segno in un derby"
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Data: 08/05/2024 -

Pavard: "Primo gol con l'Inter? Magari lo segno in un derby"

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L'intervista del difensore francese ai microfoni de 'La Repubblica'
L'intervista del difensore francese ai microfoni de 'La Repubblica'

Il ventesimo scudetto dell'Inter è passato anche dalle giocate di Benjamin Pavard. Dal successo in campionato all'impegno con la nazionale: il difensore, in una lunga intervista rilasciata a 'La Repubblica', si è raccontato. A partire dal suo rapporto con Simone Inzaghi, allenatore dei nerazzurri. "In campo ci lascia molta libertà - dice il classe '96 - . Avevo già giocato in difese a tre, ma si trattava soprattutto di coprire. Qui è un continuo dai e vai. Possiamo salire, creare spazio, dialogare con il regista. Ora non poniamoci limiti. Dobbiamo restare campioni d’Italia, pur sapendo che è molto difficile ripetersi. Festa scudetto? Ne ho vissuta una simile..."

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"Primo gol? Magari in un derby. O contro la Juve..."

Dal suo arrivo in nerazzurro, Pavard ha portato qualità ed esperienza. Seppur non sia ancora arrivato il primo gol con la maglia dell'Inter. "Mi piacerebbe segnarlo in un derby, ovviamente. Ma sarebbe bello anche contro la Juve". Tra passato e presente. "Alla PlayStation sceglievo l'Inter, era davvero forte. Ancora ricordo le conclusioni di Adriano. Il mio arrivo a Milano? Avevo forzato per lasciare Monaco. Volevo solo l’Inter, che mi seguiva da tempo. Mi sentivo già interista".

Pavard lascia la Germania, e il Bayern, nell'estate del 2023. "Avevo vinto tutto. A 27 anni era arrivato il momento di cambiare. Cercavo una nuova avventura, dopo sette stagioni in Germania. Volevo conoscere l’Italia e vivere la passione della Serie A. Poi c’è la tattica: a Monaco giocavo terzino. Qui sono centrale, il ruolo che preferisco". Ed è proprio in Germania che Pavard festeggia la promozione in Bundesliga con lo Stoccarda. "La festa? Fu uno spettacolo. Al Bayern Monaco si festeggia meno. Poi c’è il Mondiale vinto con la Francia, che è stato incredibile. Ma il pullman a Parigi viaggiava più spedito, non ci abbiamo messo otto ore come a Milano". 

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"Francia favorita agli Europei. Italia? Da non sottovalutare"

Dal club alla nazionale francese. Pavard conosce molto bene Maignan, Theo Hernandez e Giroud, tre punti fermi nel Milan. "Prima del derby li avevo stuzzicati, dicendo loro che saremmo diventati campioni proprio quel giorno. Siamo amici, ma il derby è il derby e non si fanno sconti. In campo con Theo ci siamo affrontati, scontrati, anche spinti". Tra poche settimane, la Francia sarà impegnata a Euro 2024. "Sappiamo di essere fra i favoriti. Abbiamo una rosa molto forte e un grande allenatore, che conosciamo bene. Non dobbiamo metterci troppa pressione, abbiamo già giocato in grandi competizioni, imparando dai momenti belli e da quelli difficili. Ora devo fare bene le ultime gare con l’Inter, sperando di essere convocato da Deschamps. L'Italia? Non va sottovalutata. Spalletti è bravissimo, ha fatto molto bene a Napoli e ha grandi calciatori. Alcuni giocano con me all’Inter". 

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Dal calcio giocato alla vita di tutti i giorni. Pavard va via di casa molto presto. "È stato molto difficile. Non sono stati momenti belli. Il giorno in cui avrò figli, non consiglierò loro di fare la mia stessa scelta. Però se oggi sono dove sono è anche grazie a quel percorso cominciato in salita. Il periodo Covid? Non è stato facile. Ho deciso di esternare quello che sentivo in quel periodo come segno di vicinanza alle tante persone che potevano rivedersi in me. È un fatto di condivisione".

"Dopo il ritiro resterò nel mondo del calcio"

Il difensore svela anche un retroscena. "Se non fossi diventato calciatore? Avrei fatto il tennista. O forse il modello - e aggiunge - Più bello io o Sommer? Diciamo che ognuno ha il suo fascino. Scherzi a parte, all’Inter tutti insieme siamo un bel gruppo, quello sì". Nei giorni scorsi è arrivato lo scudetto. "Ora voglio vincere l'Europeo. Dopo il ritiro? Continuerò a lavorare nel calcio. Al Lille, nei giorni di riposo, andavo a vedere i miei amici giocare in squadre di dilettanti. A casa guardo partite di terza e quarta divisione e studio tutte le classifiche. Vittorie e fama non mi hanno cambiato. Non dimentico da dove vengo e come sono stato educato. Provo a essere il più semplice possibile". 



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