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Data: 15/02/2018 -

Parodi canta Parodi: 22 anni e già più di 100 presenze coi professionisti. "Calcio e musica le mie passioni, ma il pallone è il primo amore. Il mantra? Fame e umiltà"

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Luca Parodi classe 1995. Professione? Calciatore. Passione? Chitarra o parrucchiere. Dipende. Duttile in campo e fuori. Però coi piedi non canta: “Faccio il lavoro sporco e corro, tanto”. Sarà per questo che lo chiamano martello o perché ‘martella’ con le sue canzoni i compagni? “No ‘martello’ me lo hanno dato per come sono in campo, ma preferisco essere chiamato il Jovanotti o il Coez non della Lega Pro, ma magari della Feralpisalò. Mi piace di più”. Ha soli 22 anni e già più di 100 presenze tra i calciatori professionisti. Esperienza. Da due anni alla Feralpisalò che ora vive un momento magico: seconda a -9 dal Padova, in Serie C girone B. Qui ha trovato un posto fantastico, un gruppo fantastico e una società che sogna la Serie B: “Qui mi trovo benissimo. Pensiamo in grande? È normale. Siamo attrezzati per farlo. Ora c’è tutto il girone di ritorno da giocare. Davanti abbiamo il Padova che vola, ma noi vogliamo stargli dietro per raggiungere un sogno e un grande obiettivo: la Serie B”.

Carriera iniziata prestissimo. A 15 anni già via di casa. Dalla Liguria alla Lombardia, nel Monza. Sacrificio? “Non scherziamo. I sacrifici sono altri, io faccio il giocatore di calcio e mi diverto. Sacrificarsi ha tutto un altro significato nella vita di chi non fa il calciatore”. Novantadue minuti di applausi. Non parla per frasi fatte o retorica. Anche quando ricorda Moreno Longo suo allenatore nella Primavera del Torino e ora protagonista in Serie B col Frosinone: “Lo considero il mio papà… calcistico. Ancora ogni tanto lo sento. Mi ha aiutato tanto. Mi ripeteva sempre: ‘fame e umiltà’. Sono parole che si sentono dire spesso, ma alla fine non è retorica, è verità. Me le porto dentro e non me le dimenticherò mai”. Longo papà calcistico che si augura di ritrovare su un campo di pallone un giorno, ma il papà musicale chi è? “La mia storia con la chitarra e musicale è nata con Daniele Pedrelli, due anni fa ad Ancona. Ora lui è al Gubbio, ma mi ha lasciato questa passione che sto coltivando ancora oggi”. Cartoline dei ricordi belle anche da Ancona: “Eravamo un grande gruppo, ci aiutavamo tutti”.

“Incidenti di percorso? No, non credo di averne avuti. Forse il fatto di aver girato così tanto già a 22 anni mi ha messo sempre davanti alla sfida di dover ricominciare da capo a conoscere nuove persone, inserirmi in un’ambiente. Ma alla fine se hai in testa un obiettivo e un sogno con la dedizione e la voglia di mettersi in gioco si passa tutto. Parole e musica di Parodi. Umiltà, professionalità e sorrisi. Non si prende troppo sul serio ‘il Jovanotti della Feralpisalò’ nemmeno quando lo definisci... un calciatore, non chiamatelo così:Non mi piace. Per un giocatore di Lega Pro è troppo grosso secondo me. I veri calciatore sono quelli di Serie A e B anche se siamo dei professionisti. Ma è una mia personale opinione. Come vorrei essere chiamato? Un ragazzo che ha una passione, si diverte e sta cercando di raggiungere un sogno”. Un po’ troppo lungo forse… “Sì, ma è quello che sono, no?” Come dargli torto. È innamorato di questo sport, ma vive tutto con leggerezza e determinazione. That’s Parodi.

Ragazzo che vive per la passione per il calcio (giusto? Ndr), cantante e… all'occorrenza parrucchiere magari in caso di Serie B. Con una promessa: Se andiamo in Serie B raso tutti, ma soprattutto Davide Voltan. Tutti i giorni gli chiediamo di tagliarsi i capelli perché ce li ha molto lunghi e un po’ trasandati, ma non vuole saperne. Gli ho anche detto che al primo gol gli avrei pagato il parrucchiere, ma nulla, ha segnato e non ci è andato. Ma per la Serie B dovrà farseli tagliare, per forza”. Qui alla Feralpisalò c’è uno spogliatoio unito e compatto, dentro e fuori dal campo. Passione comune? Il fantacalcio: “Siamo in 8 in squadra che ci giochiamo. Io lotto per il terzo posto. Avevo puntato tutto su Belotti, ma mi ha abbandonato nel girone d’andata e quindi mi ha stravolto i piani. Ho anche Nainggolan, imprescindibile. Ce l’ho sempre avuto perché è il mio idolo”. Tutto molto bello, ma se Parodi fosse un giocatore da astare al fantacalcio? Lui non ha dubbi su quanto varrebbe e in che ruolo sarebbe listato: “Per comprarmi non spenderei più di 10/15 fantamilioni perché porto pochi bonus, ma il mio lo faccio: 6 o 6,5” – easy – “E poi penso che sarei listato come difensore, alla Florenzi. Perché gioco lì, ma essendo molto duttile potrei fare il centrocampista o anche l’ala. Credo di poter essere come lui al fantacalcio e poi con il modificatore difesa sarei il top”. Top davvero. Numero 24 sulle spalle, lui, come il suo modello calcistico: Alessandro Florenzi. Sogna di incontrarlo e scambiarsi la maglia. Prendete appunti magari un giorno, quando arriverà in Serie A, vi tornerà utile avere in rosa il doppione del terzino della Roma.

Vizi? Zero, anzi la cucina:Amo la carbonara, da quando sono piccolino. Ora in squadra c’è un ragazzo romano che la domenica quando siamo in pausa me la fa sempre. È una tentazione a cui non riesco a resistere anche se dovrei…” Perché va bene la vita da atleta, ma ogni tanto qualche peccatuccio bisogna concederselo.

Con il lago sullo sfondo e un pranzo offerto ci saluta con una promessa: “Se segno esulto suonando la bandierina come se fosse la mia chitarra”. Ormai lo ha detto. Noi ce lo ricorderemo al primo gol. Intanto borsa in spalla, direzione? Campo d’allenamento: “Arrivo sempre un po’ prima al campo”. E in quella borsa non ci mette solo le scarpette e le divise da gioco, ma anche i sogni, la leggerezza e la maturità di un ragazzo di 22 anni con oltre 100 presenze tra i professionisti.

Tags: Lega Pro



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