Era il capitano del Parma in Serie A, l'ha seguita in D e riportata in B. Alessandro Lucarelli a quasi 40 è stato uno dei principali protagonisti della promozione del Parma e ai microfoni di Radio Anch'io Sport, racconta le sue emozioni: "L'obiettivo è quello che mi sono posto due anni fa: riportare il Parma nella categoria che gli compete. In due anni ci siamo ripresi due categorie: non era facile. Ora siamo in B e manca l'ultimo passo. Mi piacerebbe continuare, però mi sono preso qualche giorno per riflettere, che sia condivisa anche con la società. La cosa importante era raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissati".
Un eventuale futuro in dirigenza: "Mi piacerebbe. È normale che sarebbe un compito tutto nuovo, da cui ripartirei da 0. Ci sarebbe un percorso di crescita da fare e stando a fianco di persone più esperte si può crescere". Restare in B o puntare al triplo salto? Questo è il dilemma: "Sicuramente l'obiettivo è tornare dove gli compete, però non dobbiamo fare voli pindarici. Saremo neopromossi, dovremo confrontarci con la categoria senza pensare di avere già vinto, con grande entusiasmo e voglia, cercando di essere competitivi. La cosa più importante era tornare in B: ci sono tante società di blasone in Lega Pro che non riescono a salire pur spendendo tanto. È un campionato duro ed era questo il passo fondamentale. Poi sarei contento di una Serie A immediata, me lo auguro”.
Sulla vicenda Donnarumma: "Io penso che sia stata una situazione gestita male. Quando si va incontro a una rottura così forte vuol dire che ci sono stati errori da entrambe le parti. Allo stesso tempo, però, un fuoriclasse come Donnarumma, cresciuto nel Milan che lo ha fatto diventare il giocatore che è adesso, poteva fare scelte diverse. È giovane, è un predestinato: avrebbe guadagnato tanto anche firmando col Milan. Poteva legarsi, anche a livello sentimentale, poi magari in uno o due anni massimo avrebbe migliorato ancora a livello contrattuale. Quanto accaduto tra il ragazzo e il Milan dispiace, si crede ancora alle bandiere ma il calcio di oggi dice altro. Tutto quello che oggi lascia in disparte l'aspetto sentimentale".
Sul caso di Parma-Ancona: "Io non mi sento di dire niente di diverso da quello che ho già detto. Chi ha infangato il nome del Parma calcio, chi si è permesso di dire certe cose, deve portare le prove. Noi non abbiamo niente da dire, eravamo sicuri di non aver fatto niente di anomalo, se non perdere una partita che dovevamo vincere. Di quello siamo colpevoli, ma non di tutto il resto che è stato scritto. Se n'è parlato tanto, poi si dimentica tutto e magari fra un mese non ci sarà che un trafiletto sul fatto che la partita non fosse truccata. C'è un'indagine in corso, non so a che punto sia”. Si parla spesso di partite truccate anche altrove: "Io non ho notato nulla di anomalo. Sicuramente a Parma non ci sono le condizioni che spingono un calciatore possa vendere una partita. Purtroppo altrove può succedere: ogni anno falliscono delle squadre e i calciatori non prendere lo stipendio. È un sistema che non funziona: un calciatore che prende mille euro e non prende neanche quelli perché la società non paga, può essere portato a fare qualcosa di questo, anche se non lo giustifico. Però è tutto il sistema a non funzionare”.
Infine domanda secca: Lucarelli continuerà o no?. La risposta lascia dubbi e speranze: "Più sì che no".