600 chilometri d’ansia e d’emozione: “Sacrifici, passioni, tutto davanti agli occhi”. Roma-Bergamo, una tirata in macchina. Ma Cristiano gioca? “Papà, Keita si è fatto male, Inzaghi mi ha dato il fratino…”. Titolare contro l’Atalanta alla prima in campionato, forse sì: “Cristià, mai dire mai”. Favola Lombardi poi, esordio e gol (la Lazio vince 4-3). Papà Ezio su di giri: “Ho rischiato di morire!” dice ridendo ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com. “Non ce l’aspettavamo. Sensazioni indescrivibili, bisogna provarle”. Sacrifici, quanti? “Tanti, l’ho conclusa così. Come il coronamento di 14 anni di sacrificio. Mio, suo, di sua madre. Di tutta la famiglia”. Su e giù col regionale, anche in macchina. Genitori sempre lì. Con un pensiero a Maurizio, fratello maggiore che oggi non c’è più. Cristiano, quel gol, l’ha dedicato proprio a lui.
Gli inizi al Calcio Tuscia, il ragazzo prometteva. E papà se n’era accorto: “Ho sempre visto in lui le qualità per fare il calciatore. Più il tempo passava, più gli dicevo di crederci”. Lazio, Primavera. Poi l’esperienza al Trapani. Negativa: “Non si è capito cos’è successo, lo volevano a tutti i cosi. Esordì con gol anche lì, ma non gliel’hanno riconosciuto. Ha fatto panchina, è stato un po’ sfortunato. In alcuni situazioni era titolare, ma la squadra perdeva con 5 gol di scarto e sembrava che fosse colpa sua. Esperienza di vita però, bastonate che aiutano a crescere”.
Meglio ad Ancona però, 4 gol e 2 asssit: “Sì, decisamente. Certo, cambiavano modulo spesso. Cristiano non è un giocatore da 3-5-2. Ma è andata bene”. Anche lì, esordio e gol. Come in Nazionale Under 18, come in Serie A. E pensare che all’inizio il mercato era fermo: “Non c’erano offerte, poi…”. Poi Bielsa, dimissioni fortunate per Lombardi. Arriva Inzaghi, maestro di una vita: “Gli ha mandato un sms, diceva che l’avrebbe chiamato in ritiro. Ha avuto fortuna, ha sfruttato la sua chance. Il calcio è così, da una possibile Lega Pro ti ritrovi all’esordio in Serie A”. Tifoso laziale: “Da sempre, ha quei colori sulla pelle, lo dimostra l’esultanza”.
Un grazie a Inzaghi: “Lo ringrazio con tutto il cuore, sia lui che Tare. Ha sempre creduto nel suo talento, gli ha fatto firmare un lungo contratto fino al 2019”. Futuro? "Non lo so, non è il mio lavoro. Spero rimanga alla Lazio, può dare una mano”. Infine, l’aneddoto: “Giovedì mi chiama, Keita si era fatto male e Inzaghi gli aveva dato il fratino. E’ partita da lì...”. Ed è finita bene.