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Data: 15/05/2019 -

I giocatori del Palermo: “Depredati della nostra dignità. Abbiamo il diritto di disputare i playoff"

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Giocatori del Palermo riuniti in conferenza stampa: "Stravolte le regole a campionato ormai concluso. Abbiamo il diritto di disputare i playoff. Faremo sentire la nostra voce in tutte le sedi opportune"
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Giocatori del Palermo riuniti in conferenza stampa: "Stravolte le regole a campionato ormai concluso. Abbiamo il diritto di disputare i playoff. Faremo sentire la nostra voce in tutte le sedi opportune"

Un grido di protesta per far valere i propri diritti. Per la prima volta l'intera squadra del Palermo si presenta ai microfoni della stampa nella settimana della tempesta che ha coinvolto il club rosanero, retrocesso in Serie C dal Tribunale Federale. Tutti riuniti nella sala conferenze al "Tenente Onorato" di Boccadifalco per lanciare un messaggio non agli organi federali, bensì al Consiglio Direttivo della Serie B che ha deciso di non aspettare il secondo grado di giudizio in merito alla vicenda ed iniziare subito con i playoff. 

"Come protagonisti principali quali siamo - legge Pomini in un comunicato a nome della squadra - Non riusciamo a trovare alcuna giustificazione per il comportamento del Consiglio Direttivo della Lega B che, alla presenza di componenti in potenziale conflitto di interessi e senza un criterio oggettivo o una potestà normativa, decide di prendere una decisione che stravolge le regole a campionato ormai concluso. Ci chiediamo:

- su quali basi si è deciso di far disputare i play off, quando è stato emesso solo un primo grado di giudizio?
- con che criterio i nostri colleghi del Foggia Calcio hanno perso il diritto a disputare i play out?

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"Rivendichiamo come calciatori del Palermo Calcio il diritto di poterci guadagnare sul campo la vittoria attendendo, quantomeno, la pronuncia della Corte d'Appello Federale. A quel punto accetteremo il verdetto qualunque esso sia. Ma fino ad allora faremo sentire in ogni sede opportuna e possibile la nostra voce perché siamo stati depredati della nostra dignità. Ci hanno tolto il diritto di sudare per un traguardo.

Ci facciamo rappresentanti di una città ferita, di persone che hanno voglia di urlare che, in uno Stato di diritto, così non funziona, che non si possono calpestare i diritti con un colpo di penna deciso in potenziale conflitto di interessi. Continueremo la nostra lotta fino a quando ci sarà possibile accompagnati dall’AIC, con l’intenzione di far valere e tutelare i nostri diritti. 

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Un concetto amplificato anche da capitan Nestorovski: "È passato un anno difficile, con tanti problemi, ma ne siamo usciti a testa alta - racconta - Abbiamo chiuso al terzo posto e vogliamo giocare i playoff, perché con quattro pareggi siamo in A. Vogliamo solo questo. Noi pensiamo ancora a giocare due partite in casa nostra. Dobbiamo sperare e avere fiducia, non dobbiamo credere che quella col Cittadella sia stata l’ultima partita. Questa città merita la Serie A". Volti scuri com'è normale che sia in un momento delicato per il Palermo che fino a sabato sognava il ritorno in Serie A e adesso si vede vicino al baratro. 

Tutti presenti, seduti al tavolo a parlare ci sono il capitano Nestorovski affiancato da Rispoli, Pomini e Mazzotta. Quest'ultimo, a rappresentanza anche dei palermitani in squadra, vive la situazione in maniera differente: "La viviamo come il resto dei tifosi, siamo sotto shock - ammette - Abbiamo conquistato il terzo posto sul campo e ci viene tolto nonostante i nostri sacrifici. Corriamo da luglio, c'è chi sta lontano dalle famiglie e non ci viene data la possibilità di conquistare la Serie A che questa piazza merita. Ci sentiamo impotenti".

Nonostante tutto la squadra sente la vicinanza della proprietà come ammette Rispoli: "Abbiamo parlato con Foschi che ci ha spiegato le difficoltà, non se l'aspettava soprattutto lui, che quest'anno è stato molto presente con noi - conclude -  Ci ha mostrato la sua perplessità in merito. Tuttolomondo ci ha rassicurato, è una persona molto carica che ha dimostrato di non mollare. Speriamo che possa mantenere le sue parole".

A cura di Giovanni Mazzola

 



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