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Data: 16/08/2022 -

La storia di Pablo Longoria: da PC Calcio alla guida di un club di Champions a 34 anni

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La bella storia del giovane presidente dell'OM, partito da una cameretta di Oviedo con PC Calcio, 4 antenne tv e 6 videoregistratori per inseguire il suo sogno chiamato 'futbol’
La bella storia del giovane presidente dell'OM, partito da una cameretta di Oviedo con PC Calcio, 4 antenne tv e 6 videoregistratori per inseguire il suo sogno chiamato 'futbol’

Immagina: sei un bambino di cinque anni appassionato di calcio. Non fai altro che vedere partite e divertirti con i giochi manageriali tipo Football Manager, ossia quelli più difficili, quelli da “vero esperto”. E speri: “Un giorno magari toccherà davvero a me, nella vita reale. Che bello sarebbe”. Poi cresci, ormai sai tutto di ogni squadra: vuoi perché vedi di continuo partite dal vivo o in tv, vuoi perché hai spulciato tutti i database dei giochini, fatto sta che alla fine sei davvero diventato un esperto. E aspetti il colpo di fortuna. Anzi, in realtà non lo aspetti neanche, perché più si cresce e più si diventa realisti: “Non arriverà mai”. Invece ti capita davvero: entri in contatto con la persona giusta che ti indirizza, ti valorizza, ti fa conoscere. E la tua storia prende il via, fino a diventare dirigente, presidente, star. Stiamo parlando del prototipo di sogno di ogni ragazzino. Ma anche della storia di Pablo Longoria, oggi presidente dell'Olympique Marsiglia a soli 36 anni, ed esempio assoluto per tutti i sognatori che non ci credono abbastanza. 

 

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La storia di Pablo Longoria

Pablo Longoria nasce il 9 giugno 1986 a Oviedo, capoluogo del Principato delle Asturie, nel nord della Spagna. Il resto lo abbiamo anticipato: cresce a pane e calcio. Anzi, pane, calcio e PC Calcio. Eh sì, perché oggi tutti conoscono Football Manager, ma in pochi si ricordano che negli anni Duemila c'era PC Calcio. Nel caso di Longoria, in realtà, è 'PC Futbol', per dirla alla spagnola. E niente: mentre gioca, tra una partita e un'altra da vedere in videocassetta, Pablo non lo sa ma sta facendo pratica di quello che sarà il suo mestiere e la sua vita. Impara calcio e lingue (seguendo i campionati in tutta Europa, oggi è in grado di parlarne cinque). A 20 anni poi arriva la svolta: si fa coraggio e va negli uffici di Eugenio Botas, procuratore sportivo, e gli porta il suo curriculum: “Il CV era pieno di montature e di esperienze che in realtà non erano del tutto vere”, raccontò, “però gli consegnai anche un documento con dieci giovani calciatori: 'Tieni, ti potrebbero essere utili'. Dopo un po' mi chiamò”. E la storia ebbe inizio.

 

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Presidente dopo la rivolta dei tifosi

Longoria inizia così a muovere i primi passi nei club migliori di tutta Europa. Inizia al Newcastle a 21 anni, poi prosegue nell'ordine con: Recreativo Huelva, Atalanta, Sassuolo, Juventus, Valencia e Olympique Marsiglia. Sì, ok, ma com'è arrivato a diventare presidente dell'OM? Grazie a una 'rivolta'. Longoria arriva a Marsiglia come “Head of Football” (in soldoni: direttore sportivo) nell'estate del 2020. In panchina c'è Villas-Boas. La squadra inizia il campionato bene, resta in lotta per le prime posizioni fino a febbraio, poi crolla. I tifosi perdono la pazienza dopo qualche sconfitta di troppo e assediano il quartier generale dell'OM, invadendo la sede e danneggiandone i locali, facendo sentire la propria rabbia. La frangia più estrema del tifo marsigliese aveva uno scopo preciso: far 'decadere' Jacques-Henri Eyraud, il primo presidente da quando l'imprenditore americano Franck McCourt ha acquistato il club nell'autunno del 2016. La rivolta fu condannata ma alla fine portò ai risultati sperati. Eyraud si defilò e McCourt il 4 marzo 2021 decise di dare in mano l'OM al giovane Pablo Longoria, che dunque per la prima volta, a 34 anni, si ritrovò a essere nominato presidente. A pieni poteri. Più o meno come trent'anni prima, quando accendeva il pc e avviava la 'carriera' a PC Calcio. 

Un anno e mezzo dopo, Longoria è il condottiero del popolo marsigliese che ama l'OM. E non solo perché è stato in grado di costruire una squadra competitiva grazie alle sue competenze (l'anno scorso l'Olympique ha chiuso al secondo posto), quanto perché man mano che passano i mesi riesce sempre a dimostrare di saper gestire qualsiasi situazione. Te ne rendi conto anche solo nelle conferenze stampa. I giornalisti ogni volta gli fanno domande di ogni tipo, anche legate a questioni extra-campo. E sei lì che dici: “E ora, come fa a rispondere a modo, visto che non ha esperienza dirigenziale a dei piani così alti?”. Invece lo fa con una classe e un'eleganza incredibile. Come se facesse il presidente da trent'anni.

 

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Gentile, disponibile con tutti, ma soprattutto: competente e intelligente. In una bella intervista rilasciata a El País, disse: “Quando sei il dirigente di un club, è come se il tifoso ti dicesse: 'Tieni, gestisci le nostre passioni e il nostro sentimento'. Quindi noi siamo i garanti dei sentimenti delle persone. E i tifosi quando vanno allo stadio si devono identificare nella squadra che vanno a tifare. Lavoriamo per questo”. E i risultati si vedono: l'OM va bene e il Vélodrome è tornato a essere stracolmo di gente e di passione. Merito anche della capacità del presidente di comprendere i contesti in cui si lavora. Longoria era arrivato in Francia nel 2020 ma aveva già capito tutto: “La Francia è l'NBA del calcio. Qui si formano tanti giocatori ma nessun modo di giocare. Quanti giocatori esporta la Francia? Tantissimi, è il Paese numero uno in questo. Quanti allenatori esporta la Francia? Pochi. La Francia non vende idee collettive ma individualità importanti, ossia tutti ragazzini che crescono giocando a calcio nelle strade dei quartieri popolari, con una mentalità individualista”. Insomma, per non farvela lunga: chiedete qualsiasi cosa a Longoria e vi risponderà con un trattato, come se fosse un anziano saggio, anche se ha solo 36 anni.

SoFoot – una rivista di calcio con sede in Francia – ha paragonato esteticamente Pablo Longoria a Marcel Proust, scrittore e critico letterario francese vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, la cui opera più famosa si chiama “Alla ricerca del tempo perduto”. Ecco, nel caso di Longoria tutto si può dire meno che abbia perso tempo giocando a PC Calcio. Evidentemente da persona intelligente e capace ha saputo trarre vantaggio dal divertimento, acquisendo conoscenze e sperimentando strategie manageriali da utilizzare nel mondo del calcio professionistico internazionale.   Insomma, una storia incredibile di cui deve essere ancora scritto il capitolo più bello, tutto da vivere senza aver più bisogno di accendere il computer. Sarà sufficiente aprire gli occhi.

Tags: Marsiglia



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