Pablo Daniel Osvaldo. Quante volte abbiamo sentito questo nome scandito dagli speakers di innumerevoli stadi italiani. Allo stesso modo lo abbiamo visto accostato a qualche bravata dentro e fuori dal campo negli ultimi anni. Che Osvaldo non fosse una persona ordinaria questo lo si era capito molto tempo fa. Esultanze e comportamenti sobri in campo non sono mai stati il suo forte. Esuberanza ad oltranza il suo modus vivendi. E chissà quante storie sono passate sotto traccia fuori dal campo. Ora però l’uomo Osvaldo si è reinventato e potremmo sentire il suo nome scandito in qualche locale del quartiere Gotico, o da qualche sagra nel Barrio de Gracia, a Barcellona. Infatti, a 32 anni, Osvaldo è diventato il frontman di una band della città catalana. I Barrio Viejo per la precisione. Da calciatore a cantante professionista in un batter di ciglia.
Ma la sua anima da rockstar ribelle scalpitava per emergere già durante gli anni alla Juventus alla Roma e all’Inter. Possiamo quasi sostenere che la sua vera indole fosse coperta dall’abito da calciatore, a volte troppo stretto per contenere le sue pulsioni. Eppure ci aveva anche deliziato con delle giocate incredibili, degne dei più grandi attaccanti della storia del calcio, come il gol in rovesciata contro il Torino quando vestiva la maglia della Fiorentina. Ma a 30 anni la parentesi calcistica, caratterizzata da luci e ombre, è stata completamente archiviata dallo stesso argentino. Per sempre. Ora esiste solo la musica per uno spirito indomabile come il suo. “Nel calcio c’erano troppe regole” ha dichiarato di recente. Però la musica gli ha permesso di coltivare passioni e vizi che prima non poteva permettersi. Come le sigarette. O il Jack Daniels. E se per qualche strano motivo foste curiosi delle doti canore di Pablo Daniel Osvaldo, sapete dove andarlo a cercare.
Riccardo Despali