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Data: 08/11/2019 -

Gaetano Oristanio, il “piccolo Messi” che si vergognava di giocare a calcio

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Con lo splendido calcio di punizione segnato all'Ecuador, Gaetano Oristanio ha preso per mano la Nazionale U17 portandola ai quarti di finale dei mondiali. La sua storia
Con lo splendido calcio di punizione segnato all'Ecuador, Gaetano Oristanio ha preso per mano la Nazionale U17 portandola ai quarti di finale dei mondiali. La sua storia

“Ricordo che da piccolo si vergognava di giocare con avversari che non conosceva. Prima del fischio d’inizio dovevo presentarlo personalmente a tutti i bambini della squadra avversaria e solo dopo aver dato loro la mano cominciava a giocare”. Papà Rosario parlava così ricordando i tempi alla scuola calcio di Roccadaspide, paese del Cilento dove Gaetano Oristanio si è avvicinato al mondo del calcio. Ciao timidezza, quante cose sono cambiate da allora. Oggi quel bambino schivo ha deciso Italia Ecuador. Un ottavo di finale dei mondiali under 17. Gaetano ha dato la mano alla nazionale. Portandola ai quarti con una punizione perfetta. “Piacere, Gaetano”.

Dopo i primi calci con la Roccadaspide, passa all’accademia Peluso, sotto gli occhi e gli allenamenti di papà Rosario. Dietro la timidezza si nascondono qualità importanti. Dalle parti di Avellino cominciano a chiamarlo “Il piccolo Messi”. Un nome pesante. Ma non per Gaetano, che incanta mentre gioca: “Suo padre lo allenava, lui segnava 4 o 5 gol a partita. Implacabile. Viaggiava sui 50 gol stagionali. Tutto mancino e tecnica: dribbling di classe e sinistro in rete. I tornei e i campionati portavano la sua firma”, ricorda Antonio Peluso, cofondatore dell’Accademia. Il suo idolo? Neanche a dirlo. Leo Messi.

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Presto tutti si rendono conto che quel ragazzino ha qualcosa di speciale. Papà Rosario, giocatore di Serie C e squadre dilettantistiche degli anni 90’, spera che Gaetano possa fare il salto e superarlo. Ad Avellino si mette in mostra e molti grandi club si mettono in fila per lui. Nel 2016 è l’Inter a portarlo a Milano nel suo settore giovanile, anche se da piccolo lui tifava per la Juventus. In nerazzurro sono arrivati un secondo posto nel campionato Under 15 e due scudetti di fila tra Under 16 e Under 17.

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Classe 2002, 17 anni compiuti il 28 settembre, Oristanio ha messo a segno tre gol in questa stagione con la maglia dei nerazzurri tra campionato Primavera e Youth League. Il piccolo Messi è anche riuscito a fare il Messi per una notte, incantando con un’altra perla da calcio di punizione nella gara di Youth League proprio contro il Barcellona U19. Da applausi. Mancino naturale, sa ricoprire tutti i ruoli dell’attacco. Fantasia e tiro sono le sue qualità migliori. Deve ancora disciplinarsi tatticamente, ma dalla sua ha ancora tutto il tempo del mondo. 

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Antonio Conte lo tiene d’occhio e chissà che un giorno non possa farlo esordire in prima squadra. Come il suo compagno Esposito. I due sono inseparabili, come dichiarato da Gaetano a Fcinter1908.it: "Con lui ormai ci conosciamo da circa quattro anni, siamo partiti insieme dall’Under 15. Spero di raggiungere gli obiettivi che ha raggiunto lui”. Sebastiano lo aspetta e intanto affida a Instagram i complimenti all’amico per l’invenzione da calcio di punizione che ha risolto la partita contro l’Ecuador: “Fenomenale”. Fenomenale sì, come quando quel ragazzino timido superava le sue ansie nei campi di periferia e, dopo aver dato la mano a tutti, stupiva con le sue giocate. 



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