L’accento è inconfondibile, di quelli che riconosci anche se la chiamata è disturbata dal vento o dal rumore del traffico. Tommaso Fantacci è di Pisa e, giustamente, non fa niente per nasconderlo. Trequartista dai piedi educati, un ventenne ricco di sogni e alle sue prime esperienze nel calcio dei grandi. Giovane ma già alle prese con un riscatto da agguantare, con una pagina da voltare. L’esordio nel calcio professionistico a Padova, infatti, non è andato come sognava: “Sono arrivato in una piazza importante, ma purtroppo non ho sfruttato questa possibilità – racconta Tommaso in esclusiva a Gianlucadimarzio.com – certo, anche l’infortunio non ci voleva. I problemi alla spalla mi hanno tenuto fuori praticamente tutto l’anno”. Sono appena 274 i minuti giocati , troppo pochi per un ragazzo cresciuto nell’Empoli e che ha assaporato tutte le Nazionali giovanili, dall’Under 15 all’under 19: “Cassata e Favilli, che talenti. Anche Vido fortissimo, ma non parliamo di Barella: sicuramente è quello che più mi ha impressionato nei vari ritiri con la maglia azzurra, ha sempre avuto una marcia in più”. Coetanei, che adesso giocano in categorie più importanti ma che il giovane Tommaso sogna di raggiungere, magari anche a suon di gol con la maglia del Prato: “Sono venuto qui per trovare quella continuità e quei minuti che l’anno scorso mi sono mancati – spiega – l’obiettivo è quello di contribuire a portare il Prato alla salvezza”. E ci ha messo poco a caricarsi la squadra sulle spalle Tommaso, come dimostrano i tanti minuti giocati e le due reti messe a segno nelle ultime tre partite. Ma questa, in fin dei conti, è solo la prima tappa verso quel sogno chiamato Serie A: “Sì, ma ci voglio arrivare gradualmente – spiega Tommaso – anzi, mi piacerebbe un sacco giocare nel Pisa, la squadra della mia città. E poi sono pazzo di Zeman, fare un’annata con lui sarebbe il massimo. Ha sempre tirato fuori il meglio dai giovani, sa valorizzarli”. Già, tanta corsa con il boemo, ma ogni goccia di sudore spesso viene premiata. E poi a Tommaso piace lottare: “Seguo il tennis, appena posso vado a fare due scambi. Federer o Nadal? Preferisco lo spagnolo, combatte su ogni pallina come un leone”. Ma l’idolo vero è un altro, dal carattere decisamente diverso rispetto al maiorchino: “Fin da piccolino ho visto tanti video su George Best, mi ha sempre affascinato. Ha avuto una vita maledetta, ma allo stesso tempo a dir poco avvincente”. Adesso, però, è tempo di pensare solo al campo e…ai libri: “Sì, mi sono diplomato allo scientifico, ora mi sono segnato al primo anno di Ingegneria Gestionale. Certo, seguirla è difficile, anche a causa del calcio. Vediamo un po’ come va quest’anno di prova”. E chissà se, fra un esame e l’altro, Tommaso non possa trovarsi ad esultare proprio come faceva quel sette dai capelli lunghi ad Old Trafford, o a segnare davanti agli occhi di quel boemo che, tutto sigarette e 4-3-3, di talenti come lui ne ha visti crescere eccome.
Data: 17/11/2017 -