A 11 giorni dalla prima amichevole dell'Italia del 2018, Gigi Di Biagio ha parlato a 360 gradi di quella che sarà la sua Nazionale per il tempo che siederà sulla panchina azzurra. Una carica ad interim, con il pensiero solo ai prossimi impegni senza chiedersi cosa succederà dopo, ovvero se sarà riconfermato o meno come commissario tecnico della Nazionale maggiore. Ai microfoni di Sky, al Club, Di Biagio ha affrontato diversi argomenti: dal suo rapporto con i giocatori al modulo preferito, dal suo ruolo di uomo della Federazione al senso di appartenenza alla maglia azzurra, dal gruppo ai singoli.
"Buffon? Nei prossimi giorni mi darà una risposta, è entusiasta per darmi una mano dentro e fuori dal campo. Smentire una cosa che non esiste è deprimente...ho fatto un discorso chiaro a Gigi: non deve finire con la Svezia e mi serve in campo e fuori dal campo, poi vedremo per quante partite. La sua presenza è fondamentale in campo e non. Con Gigi comunque siamo in sintonia, è tutto a posto. A che punto siamo con la Nazionale? Non siamo a livelli di Germania, Spagna, Brasile.
E' evidente. Ma per me c'è qualità, soprattutto nei ragazzi più giovani. Bisogna farli giocare nei ruoli in cui sono più a loro agio. Sanno giocare a calcio e per me devo essere in grado di sfruttare il lavoro dei club. Se io ho gli attaccanti forti gioco col doppio attaccante, se non stanno al meglio utilizzo più gli esterni o gli interni. Ma dipende dal momento, dall'avversario… Senza dimenticare che ci sono ragazzi che non stanno giocando tanto. Bisogna capire cosa ci andiamo a giocare. Ho avuto la fortuna di fare 70/80 partite a livello internazionale e se i nostri hanno qualità ma non continuità faranno fatica. E' questo che cercherò di far capire. Abbiamo poco tempo? E' un problema di tutte le nazionali. Ci sono pochi italiani come scelta ma non sono io a dirlo, è un dato di fatto. Cercherò di ottimizzare le esercitazioni. Devi conoscere per bene i giocatori, non solo nel momento in cui li convochi. Devi parlare con loro, con gli allenatori, con i preparatori. E poi però bisogna andare in campo. Noi oggi andiamo con una Nazionale che non è quella di 20 anni fa, quindi bisogna lavorare in una certa maniera. Se posso restare ct? Mi hanno chiesto quale fosse il mio obiettivo. Nella mia vita sono stato realista ed ambizioso e lo confermo anche oggi. Non penso sia importante l'allenatore o il presidente della Federazione, è importante la squadra. Ridare un senso di appartenenza. Amichevoli? Non esistono amichevoli… Io mi vado a giocare tanto. Non mi devo precludere nessun tipo di soluzione. Se ho attaccanti forti li devo utilizzare, se ho esterni forti, userò un altro modulo. Voglio iniziare ad usare una difesa a 4 ma so che le cose possono cambiare. Vorrei provarci però, per poi cambiare qualcosa più avanti. Il modulo di riferimento? Mi piace il 4-3-3 con gli esterni offensivi. Adesso però non vorrei che passasse il messaggio: 'giocherò col 4-3-3'. Devo trovare una soluzione, vedere cosa mi dà il campionato. Milan? Sono contento, perché ha dimostrato che Bonucci può giocare a 4, l'ho sempre pensato. Su Romagnoli, non mi spiegavo perché non facesse quel salto di qualità. Per me anche lui è un grandissimo giocatore. Qualcuno della mia Under21 è già andato in Nazionale maggiore con Ventura. Per esempio Chiesa, che può venire nella Nazionale A.
Barella anche si sta mettendo in mostra. Negli scorsi bienni ci sono stati dei centrocampisti che possono arrivare. Mandragora è stato un anno fermo ed ora sto ricominciando a vedere il giocatore di qualche anno fa. Lui può fare il centrocampista basso, l'interno e il centrale di difesa. E' intelligente e duttile, può giocare in diversi ruoli. Verratti e Insigne? Due ottimi giocatori. Sono l'esempio classico di due giocatori che devono essere messi in condizioni particolari per esprimere il proprio calcio. Per Marco, dipende da chi sono gli altri centrocampisti. Un attaccante del futuro? Ci devono bastare quelli che abbiamo e sono contento di quelli che abbiamo. Oggi ho l'obbligo di sfruttare al massimo quello che abbiamo. E mi soddisfa.
Balotelli? Il discorso del comportamento: basta! O si porta o non si porta. Nelle ultime 10/15 partite l'abbiamo visto dal vivo e in tv. Quando si valutano i giocatori si prendono in considerazione i gol ma anche le prestazioni. Si vede a 360 gradi quello che un giocatore fa in campo.
Cutrone è l'attaccante titolare dell'Under21, non dimentichiamo che è un '98. Negli ultimi tempi ho fatto giocare anche Bonazzoli, Favilli. Andiamo molto sulle scommesse. Abbiamo problemi di Nazionale A ma anche in Under21… E' perché alcuni li conosciamo dall'Under15. Ci sono dei ragazzi che se hanno 50/70 partite internazionali è grazie a noi. C'è stata una simbiosi con le altre Under. A mio avviso l'allenatore dell'Under21 deve conoscere tutti i giocatori delle altre Under, per poi capire chi può arrivare in alto. Conosco tutte le problematiche di Coverciano, tutte le dinamiche delle convocazioni. Questo è un grande vantaggio. Berardi? Lui doveva andare via 2/3 anni fa perché non aveva più senso che restasse là, con tutto il rispetto per il Sassuolo. Si è voluto fermare, non di capisce perché. Per me è uno dei talenti più belli del nostro calcio. Io voglio recuperarlo ma lui deve aiutarmi. Mi dispiace perché a volte viene dipinto diversamente da ciò che è. Mi ha sempre dato la massima disponibilità e non capisco perché non riesca a fare questo passaggio.
Oggi c'è un sentimento diverso verso la Nazionale da parte dei
giocatori? Può darsi che il club metta pressioni ma tutti vogliono
venire in Nazionale, anche con una gamba. Quello che è successo con
la Svezia… Lì comunque c'era un gruppo eccezionale. Il gruppo era
solido e compatto. Il senso di appartenenza c'è eccome. In caso di
mancata conferma sulla panchina azzurra? Non ho un progetto. Oggi mi sento un uomo federale, perché mi piace lavorare in questo contesto e
con i giovani. Ma non so cosa succederà. Mi sono arrivate diverse
richieste da club di Serie C, B ed A. Ma non mi sento di dire cosa
succederà. Ne abbiamo parlato anche con la Federazione, penso che
siano contenti di quello che ho fatto in questo periodo. Ad oggi però
non c'è una direzione. Anche perché l'anno prossimo c'è un Europeo
in Italia in cui dovremo essere protagonisti. Io devo cogliere al
volo questa occasione e sfruttarla, ma non so cosa succederà. Devo
pensare solo a fare bene e basta. Il calcio è questo. Ogni settimana
cambia tutto. E poi il calcio sta cambiando di nuovo. Si deve ritrovare la
soluzione migliore nel momento in cui tutti stanno cercando di fare
una determinata cosa. Mi piace giocare a calcio, essere propositivo.
Ma si può giocare anche in un altro modo. Ho parlato con chi aveva dato
addio alla Nazionale, Barzagli, Chiellini, De Rossi. Daniele ha
glissato un po', adesso non lo porto a marzo per quel problema al
polpaccio. Ma ho bisogno di provare qualcosa di nuovo in alcuni
reparti. Con Daniele però non escludo niente, lo porterei ovunque.
Buffon? Perin e Donnarumma sono in rampo di lancio e pronti per
giocare in Nazionale. Avranno un grandissimo futuro. Poi, certo, Gigi è Gigi".