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Data: 01/11/2018 -

Ceccarelli, il "cecchino" del Monza nel segno di Di Bartolomei : "Che emozione!"

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L'ala destra dei brianzoli ha aperto le marcature nel 2-0 di domenica in casa del Fano. La prima vittoria dell'era Berlusconi porta anche e soprattutto la sua firma. Romano come Di Bartolomei che regalò nell'86' i primi tre punti al Milan sotto la gestione del suo attuale presidente.
L'ala destra dei brianzoli ha aperto le marcature nel 2-0 di domenica in casa del Fano. La prima vittoria dell'era Berlusconi porta anche e soprattutto la sua firma. Romano come Di Bartolomei che regalò nell'86' i primi tre punti al Milan sotto la gestione del suo attuale presidente.

Un gol che segna la storia. C'è stata anche, e soprattutto, la firma di Tommaso Ceccarelli nella vittoria del Monza sul Fano per 0-2, la prima dell'era Berlusconi. Un gol bello, cercato e voluto perché come racconta lui ai microfoni di gianlucadimarzio.com le punizioni sono la sua specialità. Un mancino dritto all'incrocio che scavalca barriera e portiere ha regalato il vantaggio sul Fano domenica scorsa. Una partita difficile e complicata chiusa al 92' da Iocolano.

Festa grande e gioia per i primi tre punti, ma non bisogna esaltarsi troppo anche se il gol di Ceccarelli merita più di un elogio: "E' stata un'emozione grandissima. Abbiamo portato a casa i tre punti in una trasferta difficilissima contro una squadra ostica come il Fano. Segnare un gol così bello e importante è stata una vera soddisfazione". Eh sì soprattutto perché un altro romano prima di lui aveva segnato l'inizio di un'era vincente nel Milan di Berlusconi, un certo Agostino Di Bartolomei: "Non lo sapevo. Ora che lo so mi fa effetto… non lo sapevo. Sapere che un romano come me ha firmato la prima vittoria dell’era Berlusconi al Milan mi fa molto felice. Sono ancora più contento". E non è una frase di circostanza, l'emozione traspare anche dalla voce.

Era il 28 agosto del 1986 e il gol di Di Bartolomei regalava la prima vittoria ufficiale al Milan di Berlusconi in Coppa Italia contro la Sambenedettese, in campionato invece fu sempre lo stesso Di Bartolomei, assieme a Daniele Massaro. a fissare la prima vittoria di una gestione che avrebbe segnato la storia del calcio italiano e europeo. Come può non emozionarsi un ragazzo di 26 anni davanti a questo confronto? In più metteteci anche che il gol è arrivato con la specialità di casa, la punizione, e la gioia effettivamente è estrema: "È una delle mie specialità perché ci provo sempre e mi alleno molto durante la settimana per provare questa soluzione durante la partita. Lo scorso anno ho trovato due gol su punizione, ho preso un palo e una traversa, sto provando a migliorarmi… quest’anno spero di fare ancora più gol su punizione. È un gesto che mi piace davvero molto, è da quando sono ragazzino che mi esercito".

"Come mi allenavo sulle punizioni da piccolo? Al mare. Mettevamo dei pali da sci con la parte finale arancione che facevano da incrocio dei pali e dalla spiaggia si tirava verso l’acqua per cercare di fare gol o colpire l'incrocio". Storie di un ragazzo pazzo di calcio, umile e attaccato alla maglia, quella del Monza: "Squadra del cuore? Resto molto sulle mie non lo dico… ora la mia squadra è il Monza e io sono il suo primo tifoso". Un ragazzo di valore e dai sani principi come piacciono al presidente Berlusconi anche se... "Tatuaggi? Io purtroppo ce li ho. Per non fare brutta figura cerco di tenermi con i capelli ordinati e senza barba, recupero così questa mancanza". Ride, ma ama sottolineare come siano i fatti più che le parole a dimostrare il vero valore di un uomo o di un calciatore".

Il Monza di Berlusconi e Galliani, gli infortuni e quel soprannome...



"Cosa si prova a lavorare con Berlusconi e Galliani in una realtà come il Monza? L’emozione è grandissima. Pensare che due dirigenti così importanti siano nel nostro spogliatoio fa effetto. Loro sono abituati a parlare con campioni già affermati come i vari Kakà, Ronaldinho, Pirlo ecc. vedere che parlano con noi ragazzi di Serie C è qualcosa che stimola a dare di più sicuramente". A proposito di Kakà, Pirlo e Ronaldinho, il Milan di Berlusconi aveva dei grandi calciatori di punizioni e ora il Monza ha lui, Tommaso Ceccarelli: "Magari... ci spero, ma lo dovrò dimostrare sul campo come ho fatto domenica. Devo trovare continuità e devo far parlare i fatti più che le parole. Mi ispiro a qualcuno in particolare? No, ognuno ha un metodo particolare di corsa e tiro. Io ovviamente cerco di prendere spunto da chi è più capace di me e guardo molti video dei grandi per rubare più segreti possibile". Che era umile e modesto lo avevamo detto, non si sbilancia e si misura come un giocatore navigato. E' entrato nel mondo Monza con educazione e rispetto dopo l'ultima esperienza al Prato dove si è messo in luce con 12 gol e 5 assist in 35 presenze.

Sicuramente la cultura del lavoro gliel'hanno insegnata anche gli anni difficili vissuti alle prese con due interventi al legamento crociato: "Ho avuto queste due operazioni che mi hanno limitato e non ho potuto rendere come volevo. Ho giocato poco e ho avute riabilitazioni lunghe. Anche per questo non ho raggiunto le cifre che volevo e desideravo. Qui oltre ai gol, come ho detto prima, il mio obiettivo è vincere il campionato e fare qualcosa di straordinario con questa maglia". Eh sì perché quella al Prato, lo scorso anno, non è stata un'esperienza fortunata. Tommaso i gol li ha sempre saputi fare come dimostra il suo score con la Primavera della Lazio: 60 presenze e 38 gol. Cecchino come il suo soprannome, guadagnatosi alla Feralpisalò, vuole.

Tra punizioni e Monza riparte da qui Tommaso Ceccarelli, un ragazzo genuino, legato alla famiglia e a quel senso di appartenenza al club che sa di un'altra epoca, ma in fondo lui in qualche modo è fatto per segnare la storia come quella del nuovo Monza di Berlusconi.

Tags: Serie C



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