Montenegro e Serbia in campo a Podgorica per la Nations League. Quando si pensa a calcio e Balcani il collegamento immediato è: “aiuto, qui si menano". Questioni che vanno ben oltre lo sport (ve lo ricordate quel Serbia-Albania di quattro anni fa? La bandiera sul drone e la rissa da saloon in mezzo al campo?) e che diventano vetrina di qualcosa di molto più grosso come in occasione del match del 1990 tra Dinamo Zagabria e Stella Rossa, mai disputato per i gravi incidenti e antefatto del collasso della Jugoslavia.
I rapporti tra serbi e montenegrini però sono un’altra cosa. Tant’è vero che la UEFA non ha vietato la trasferta ai tifosi ospiti per il match di oggi, a differenza di quanto avrebbe fatto per altre gare, come ad esempio Serbia-Croazia. Anzi, a Podgorica si dice che più di qualcuno tra il pubblico di casa farà il tifo per Milinković-Savic e compagni.
Perché se è vero che il Montenegro ha cercato e ottenuto l’indipendenza via referendum, questo traguardo per il paese è stato raggiunto per una questione essenzialmente politica: i due stati infatti hanno grosse diversità di vedute soprattutto per quel che riguarda la questione Kosovo. Niente a che fare con i conflitti etnici che hanno logorato la regione: “Riconosco il Montenegro come stato, ma non le differenze tra serbi e montenegrini, perché non ce n’è alcuna”, disse l’allora presidente serbo Tomislav Nikolić nel 2012. E mentre tra Kosovo, Albania e Bosnia non c'è un solo calciatore della nazionale che giochi nel campionato serbo, quelli del Montenegro sono ben sei.
Non aspettiamoci comunque un clima da gemellaggio. La sfida mette in palio il primo posto del Gruppo 4 di Nations League C (dove le due squadre conducono con 4 punti ciascuna) e soprattutto per la piccola nazionale di Ljubiša Tumbaković, ancora alla ricerca della prima partecipazione a un grande torneo, l’evento ha una portata storica.
Un po’ di carne al fuoco poi l’aveva già buttata il romanista Kolarov (anche se il capitano serbo, acciaccato, non sarà della partita). A settembre il difensore ci andò giù duro sulla scelta del laziale Marusić, seppur nativo di Belgrado, di giocare per il Montenegro: "Una Nazionale non funziona così, la sua è una scelta triste. Magari pensa di non poter far parte della Serbia, ha poca fiducia in se stesso". Competizione, sfottò e poco più - in quell'occasione. In attesa del confronto in campo tra le due nazionali in una gara non certo banale.