Mondiali di Russia senza l’Italia: tifo per…
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Data: 14/06/2018 -

Mondiali di Russia senza l’Italia: tifo per…

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Il Mondiale di Russia 2018 sarà il primo senza Italia dal 1958. Ma ci sono almeno 5 motivi per seguire un'altra Nazionale..
Il Mondiale di Russia 2018 sarà il primo senza Italia dal 1958. Ma ci sono almeno 5 motivi per seguire un'altra Nazionale..

C’è chi giura che in quei giorni non accenderà la televisione. Chi invece si è imposto di non vedere neanche una partita, magari organizzando le vacanze proprio in quel periodo, portando la testa altrove. Altri invece guarderanno al Mondiale di Russia con distacco, controllando solamente di tanto in tanto i risultati, giusto per rimanere aggiornati. Perché alla fine al calcio non si può rinunciare, soprattutto d’estate, specialmente in Italia. Per i più ostinati invece dal 14 giugno sarà tempo di scelte. Una decisione difficile, ma necessaria dovrà essere presa: chi tifare ai prossimi Mondiali?

Niente Fratelli d’Italia e gente ammucchiata sullo stesso divano. Niente po-po-po-po-po sulle note di Seven Nation Army dei White Stripes e tricolori sventolati dal balcone. E infine sicuramente il cielo non sarà azzurro sopra Mosca, San Pietroburgo, Kazan e tutte le altre città nel quale il Mondiale verrà giocato, ma senza Italia.

VAMOS ARGENTINA



Perché è il paese più europeo del Sudamerica e anche quello più italiano per storia cultura e tradizione. Dei 40 milioni di abitanti in Argentina circa un milione parla italiano e più della metà ha qualche discendenza del bel paese nell’albero genealogico. Sarà la formazione che porterà in Russia più giocatori del nostro campionato: Ansaldi, Fazio, Biglia, Dybala e Higuain.

Tiferemo Argentina per quello spirito di rivincita cresciuto dopo la finale persa in Brasile, contro il “nemico” comune della Germania. Sosterremmo infine Messi. Implacabile nel Barcellona, ma poco vincente con la maglia dell’Albiceleste. L’ultimo trofeo che manca alla Pulce per sedersi sullo stesso tavolo di Pelé e Maradona.

FORZA AZZURRI (DEL NORD)



Sono stati la squadra più trend degli ultimi Europei, raggiungendo alla prima qualificazione i quarti di finale del torneo. Il Geyser Sound (o Vicking Clap), quella sorta di applauso ritmato che riproduce il suono dei geyser islandesi, è diventato virale ormai ovunque. Sul campo si sono qualificati ai Mondiali superando nelle qualificazioni Ucraina, Turchia e Croazia. Tiferemo Islanda perché rappresenta il sogno del successo nel calcio nato dalla programmazione. Una nazione che ha investito sulle strutture per permettere di giocare anche durante l’inverno polare del nord, e sugli allenatori per far crescere una nuova generazione di talenti.

Oggi è lì al posto nostro. Sarà la nazionale meno popolosa ad andare in Russia, trecentomila abitanti, che in parte migreranno a Mosca e dintorni mentre il resto sarà incollata alla televisione. Un altro motivo? Con loro ci sarà un po’ d’Italia. Sarà infatti l’Errea, storico brand sportivo del nostro paese a vestire gli islandesi nella competizione iridata, una magra consolazione a cui appigliarci.


E SE FOSSE PANAMA?





C’è una parte in ognuno di noi che spinge a supportare la squadra sfavorita. Senza dubbio in questo Mondiale sono loro. Una sorta di masochismo sportivo, necessario per aumentare la felicità in caso di inaspettato susseguente successo. Fino a quest’anno conoscevamo Panama per il suo canale che collega due Oceani, per l’inchiesta dai risvolti fiscali e per la sua posizione strategica a Risiko. Ora anche per il calcio. Per Panama sarà il primo mondiale della loro storia, fino a qualche anno fa erano ottantottesimi nel ranking UEFA. Hanno conquistato il Mondiale eliminando gli USA.

Un’ultima giornata di qualificazione sportivamente tragica per gli americani che in pochi minuti hanno visto svanire il Mondiale, con la loro sconfitta contro il Trinidad e Tobago e la contemporanea vittoria di Panama contro la Costa Rica all’ottantottesimo minuto. Per il paese centroamericano le possibilità di passaggio del turno sono vicine allo zero, con il gruppo G che vedrà Belgio e Inghilterra come favorite, con la Tunisia possibile sorpresa. Ma noi tiferemo per loro, inseguendo un traguardo impossibile.


SELECAO






Dopo la durissima delusione subita in casa negli ultimi Mondiali, con i sette gol segnati dalla Germania in semifinale, il Brasile ci riprova. Il condottiero sarà ancora Neymar, questa volta affiancato da Gabriel Jesus. Per noi italiani ci saranno il romanista Alisson e l’interista Miranda sicuri del posto, con buone possibilità anche per lo juventino Douglas Costa.

Tiferemo Brasile per la sua tradizione: perché è l'unica ad aver partecipato a tutte le edizioni del campionato mondiale di calcio dal 1930 ad oggi e per il calore di tutto un popolo. Il Brasile sarà infatti il paese più popolato a partecipare ai Mondiali, 190 milioni di tifosi e tra loro anche qualche italiano sicuramente indosserà la maglia verdeoro trascinato dal ritmo del futebol bailado.


AL MONDIALE CON STILE




È già diventata una icona. Per gli amanti del settore sarà un elemento irrinunciabile della collezione. La Nigeria giocherà il Mondiale con quella che è stata decretata la miglior divisa della competizione. Le tre milioni di maglie delle Super Aquile sono state vendute in poche ore dalla loro messa in commercio, con la Nike che ad ora non ha ancora annunciato una possibile produzione ulteriori pezzi.

Storica squadra che si fa voler bene. Indimenticabile la formazione degli anni ’90 di Taribo West, Emmanuel Amunike e Nwankwo Kanu. Mai una squadra africana ha superato i quarti di finale in un Mondiale. Tiferemo dunque Nigeria per spingerla ancora più oltre. Per far diventare questa competizione iridata storica, almeno per loro.

Tra le altre potremmo tifare la Svezia, per poter così dire di essere stati eliminati da una delle migliori squadre del torneo. Oppure si potrebbe puntare verso est e tifare il Giappone degli ex “italiani” Honda e Nagatomo. Sarà difficile esultare per una nazionale diversa dall’Italia per la prima volta ai Mondiali dopo il 1958. Ma il 14 giugno bisogna scegliere. Alle 17 il fischio di inizio di Russia-Arabia Saudita, che riaprirà la ferita subita il 13 novembre a San Siro. L'Italia non sarà ai Mondiali, ma continueremo a tifare.



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