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Data: 23/04/2017 -

Mirabelli: "Ho visto negli occhi di Donnarumma la volontà di restare, ora dovremmo affrontare l'agente"

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Il Milan perde nella seconda partita della gestione cinese. Il nuovo direttore sportivo Mirabelli vede nella sconfitta contro l'Empoli margini di crescita: "Continueremo a lavorare come stiamo facendo, è stata una partita che pensavamo di viverla con risultato diverso, i ragazzi hanno dato tutto. Dobbiamo iniziare ad essere pù determinati come nei 20 minuti finali, non possiamo rimproverare nulla alla squadra. Questa partita è importante per acquisire una mentalità vincente. Non rimanere qui a recriminare, complimenti all’Empoli. Donnarumma? Abbiamo visto nei suoi occhi la voglia di rimanere, ora dobbiamo affrontare la parte più difficile ovvero affrontare l’agente" ha detto al termine della partita ai microfoni di Sky Sport.

Sul suo modo di lavorare si esprime così: "Non è una notizia che io vada a vedere altre partite, lo faccio da anni. Il fascino del marchio Milan è sempre lo stesso, insieme al Real Madrid siamo il club più titolato questo non si può cancellare. Ogni volta che si parla di Milan la gente è entusiasta. In questo momento noi non dobbiamo pensare al calciomercato, perché abbiamo una rosa con tanti ottimi giovani. Siamo concentrati su queste cinque gare e non pensiamo al mercato. Le cose che si devono costruire hanno bisogno del loro tempo e i giocatori che verranno al Milan vorranno certamente il giusto contratto e non solo per il prestigio della squadra. Oggi pensiamo al presente: fare più punti possibili per tornare in Europa. La proprietà già ci ha dato la disponibilità per ulteriori investimenti, hanno speso tanto per prendere il Milan. Non sono venuti qui per fare campionati anonimi, hanno delle idee importanti. Sappiamo tutti che ci vuole il tempo necessario, non abbiamo la bacchetta magica. Questa è una proprietà che vuole riportare il Milan nelle posizioni importanti. Ci siamo salutati con cordialità con Berlusconi e Galliani, hanno fatto la storia, nel dopo partita non c’è stato modo di parlare".



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