Triplete, stadio Bernabeu, Bayer Monaco, Milito: la serata magica dei nerazzurri racchiusa in quattro parole. Era il 22 maggio del 2010, ma i ricordi del "principe" sono ancora limpidi ed è tanta la voglia di parlare della "sua" Inter.
"La mia doppietta in finale? Non lo posso dimenticare, se chiudo gli occhi me lo ricordo bene" - si legge nelle pagine del Corriere della Sera - "Rivedo la seconda rete: c’è un muro nerazzurro di gente che piange di gioia, ho ancora i brividi. L’Inter è l’unica italiana ad aver fatto il triplete: un orgoglio. Se mi sono pentito di aver annunciato un possibile addio all'Inter dopo la finale? Sì, ho sbagliato il momento, non lo rifarei. A volte essere così sincero non va bene. Non saprò mai se sarebbe stato meglio partire, ma non sono pentito. L’Inter mi ha dato tanto e io tutto all’Inter. Dopo la Champions era difficile cambiare. C’era ancora tanto da vincere: il Mondiale per club, la Supercoppa. Quello dopo la Champions fu comunque un anno positivo, con il secondo posto".
Capitolo Nazionale: "Ho fatto un Mondiale e due Coppe America. L’Argentina ha avuto sempre grandi attaccanti, mi sento fortunato. C’erano Higuain, Messi, Aguero. Al Mondiale 2010 mi sentivo bene e avrei potuto giocare di più. Poi guardo l’altra faccia della medaglia: in Sudafrica avevo Maradona allenatore e Messi compagno: il meglio di sempre del calcio". Icardi il suo erede? : "Mauro è un talento con ampi margini di miglioramento. È diverso da me, quello che ha detto Spalletti non è sbagliato".
Sulla crisi post triplete dell'Inter: "Ha pagato il cambio di proprietà, l’addio di Moratti. È arrivato Thohir, ora c’è Suning, ci vuole tempo quando ci sono i cambiamenti. Sono fiducioso che l’Inter possa riprendersi a livello societario. È un dolore vedere una maglia così importante del calcio mondiale fuori dalla Champions, quella dobbiamo giocarla sempre. Quella attuale è una buona squadra, ma servono due-tre giocatori importanti per vincere lo scudetto. La Juve, il Napoli e la Roma hanno gruppi consolidati. Se l’Inter compra però può lottare con loro". Il gol più bello: "Fare gol nel derby è sempre bello, poi i due gol allo Juventus Stadium, i gol della finale Champions. Forse però il più importanteèstato quello di Siena che ci ha dato lo scudettoeha tolto la sofferenza che c’era in tutti gli interisti".
In chiusura d'intervista Milito parla del rimpianto... che non c'è: "Nessuno, ho avuto tutto e dato tutto a qualunque allenatore. Nello spogliatoio non ho mai fatto il gradasso, ho tentato di essere un esempio con i fatti. I compagni giovani ti devono guardareevedere ciò che sei. Adesso sono ambasciatore per Inter Forever, essere legato ai nerazzurri è un orgoglio".