La sfida di questa sera metterà di fronte Higuain e Cristiano Ronaldo, due protagonisti annunciati una volta compagni a Madrid prima del breve incrocio di inizio stagione a Torino. Nel giorno di Milan-Juventus, la Gazzetta dello Sport ha intervistato Ramon Calderón, ex presidente della merengues che prima acquistò Higuain nell’estate del 2006 e poi - nel gennaio 2009 - chiuse di fatto l’operazione con il Manchester United che pochi mesi dopo avrebbe portato nella capitale spagnola anche CR7. Calderon si dimise prima di vedere Cristiano giocare con la camiseta blanca e lui stesso oggi spiega come andarono le cose nelle trattative che portarono a Madrid i due giocatori.
L’avvocato spagnolo inizia da Higuain: “Lo prendemmo insieme a Gago a Marcelo per una cifra che ora, con i prezzi assurdi che circolano, può sembrare ridicola: 9 milioni di euro. Io non lo conoscevo però Baldini e Mijatovic mi assicurarono che sarebbe diventato un grande giocatore e non si sbagliavano. Il Madrid da Gonzalo ha avuto tantissimi gol e poi l'ha venduto bene. Mi sorprese in pieno perché arrivò da noi quando aveva compiuto 18 anni e si inserì subito bene, cosa non scontata. Capello non riteneva compatibile Ronaldo il fenomeno con Van Nistelrooy, mi convinse a cederlo al Milan in gennaio e Higuain trovò più spazio, contribuendo in maniera importante alla grande rimonta sul Barcellona che ci portò alla vittoria della Liga".
"Poi progredì al meglio negli anni successivi, con noi crebbe tantissimo". Poi Calderón passa a parlare di Cristiano Ronaldo: “Impiegai quasi due anni per prenderlo - continua - era legatissimo allo United e lo United a lui. Alla fine nell’agosto del 2008 quando eravamo a Bogotà per una amichevole mi chiamò e chiese di farlo restare un altro anno Manchester, un debito di riconoscenza nei confronti del club e di Sir Alex Ferguson. Acconsentii e in dicembre firmammo il contratto per l’estate successiva. Io sono madridista e in questi nove anni me lo sono goduto, anche se poi non sono più stato presidente. Insieme a Di Stefano è stato lo straniero più importante della storia del Madrid e non solo per i 450 gol".
"La sua mentalità ha trascinato la squadra nei trionfi di questi anni. Non ho mai conosciuto un giocatore così, uno che a un talento enorme unisce la forza di volontà ferrea, guidato dall’ossessione di migliorarsi giorno dopo giorno". Poi Calderón torna su Higuain: “La nostra idea era quella di formare un attacco con Robben, Higuain e Ronaldo, però Perez aveva altre idee. Florentino ha fatto grandi cose per il Madrid, però ha sempre avuto una grande difficoltà nel gestire i giocatori che non ha preso lui. È stato così con Casillas, Raul e non solo. Stava per rinunciare anche a Marcelo e perfino a Ronaldo, però nel caso del portoghese se non l’avesse preso avrebbe dovuto pagare la penale di 30 milioni di euro che avevamo fissato con lo United. Una cosa che Cristiano non gradì, lo considerò come un insulto".
"Perez poi prese Benzema e da lì cominciò una convivenza che ha terminato con logorare Higuain che alla lunga ha deciso di andar via perché avvertiva che non aveva spazio. Mi dispiace perché in Italia con Napoli e Juventus ha fatto bene, meno in Europa. La cessione di Ronaldo? - continua l’ex presidente blanco - Un errore storico, determinato sempre da quella difficoltà di Perez di accettare giocatori ereditati. CR7 è impossibile da sostituire e farà ancora più grande la Juve: ha davanti a sé ancora diversi anni al massimo livello, vincerà sicuramente lo scudetto ed è il massimo candidato al trionfo in Champions".
"La fame di Cristiano è inesauribile e contagiosa. Il Madrid in questo inizio di stagione è stato nove ore senza fare gol perché uno così è insostituibile e la cosa mi riempie di orgoglio”. Un’ultima battuta proprio su Milan-Juventus: “La registrerò e la guarderò dopo perché è in contemporanea a Celta-Real Madrid. Spero che Higuain e Ronaldo segnino entrambi, e che vinca il migliore”.