Storie di mercato mischiate a quotidianità: anche nella prima trasferta della fase a gironi di Europa League del Milan, tornato finalmente a riassaporare (in parte) aria di casa dopo oltre tre anni, casualità vuole che esista (nel suo piccolo) anche un pizzico di destino. Prendete una comune tappa in taxi dalla nuova (ma ancora in costruzione) Generali Arena, prossima casa dell’Austria Vienna, fino al centro città: mettete alla guida un uomo di nazionalità turca, neanche troppo propenso al dialogo e ad un alto interesse calcistico, e la voglia dei passeggeri di provare a scambiare due chiacchiere (in inglese) con l’autista. “Quindi, sei turco…E dovresti conoscere Calhanoglu, giusto?”.
Testa scossa ed espressione tutt’altro che rassicurante: “Calhanoglu? No…”. E allora spazio, al fischio finale della gara del “Prater”, ad un quesito retorico doveroso: in possesso di TV o biglietto per lo stadio, in caso di mancati impegni lavorativi, avrà mai il protagonista in questione finalmente conosciuto l’identità del connazionale trequartista? Immaginiamo (e speriamo), anche per la caratura internazionale del giocatore, di sì.
Difficile non accorgersene, dopotutto: 4’ per impegnare subito Hadzikic in corner, 3 aggiuntivi per scagliare un missile terra-aria all’incrocio dei pali opposto. Non un brutto modo per presentarsi, dopo qualche gara di adattamento, ai suoi nuovi tifosi: se poi ad aggiungersi sono anche due assist perfetti (con recupero) per la doppietta (diventata poi tris) di André Silva, primo giocatore rossonero dopo Kakà (Anderlecht, Champions 2006, e onore sia) a realizzare una tripletta, la serata perfetta è presto servita.
Illuminare dopo il buio di Roma: non una cattiva idea, quella dell’ex Bayer, dopo il difficile post-Olimpico vissuto a Milanello. Dubbi sulla collocazione tattica da una parte, con un ruolo di trequartista puro al momento non contemplato nell’undici titolare di Montella, e l’attesa fremente per i primi lampi di classe: se ti chiami Milan e sei reduce da una campagna acquisti importantissima, con ritorno in Europa annesso, le aspettative non possono che essere pressanti. Eppure Calha, con il primo gol turco della storia del Milan (prima di lui solo il connazionale Umit Davala aveva vestito rossonero), ha dimostrato di poter stare (e bene) all’interno del centrocampo a 5 schierato oggi al “Prater”. Primi dubbi su una posizione occupata sulla trequarti cancellati (niente 3-4-1-2) e ruolo da mezz’ala sinistra ben interpretato, in una serata che per il Milan ha portato un unico, piccolo aspetto negativo.
Piccola macchia violett (da soprannome del club viennese) segnata dal 4° gol consecutivo subito in avvio di ripresa dai rossoneri: dopo Joao Pedro, Immobile e Luis Alberto, è arrivato anche il turno di Borkovic, incapace tuttavia di rovinare una serata dal sapore di (temporaneo) riscatto. Con un ritorno vero e pieno in Europa, dopo preliminari e playoff, nel segno del mercato e dei volti nuovi: tra André Silva, bomber di coppa rossonero, e Calhanoglu. Ora forse un po’ più noto anche a chi, un po’ a sorpresa e da turco, non ne conosceva l’esistenza…