Sarà questione di coincidenze, e non solo. Di aver atteso con fatica le ultime giornate di campionato, senza chiudere prima a sorpresa i conti, per centrare l’obiettivo prefissato sin da inizio stagione: un po’ come quattro stagioni fa, quando (ancora con la Fiorentina diretta concorrente) ci si giocava un posto per accedere ai preliminari sì, ma di Champions League. Competizione differente, stessa destinazione: quell’Europa che mancava da anni 3 ad una società che, proprio in campo continentale ed internazionale, ha saputo scrivere le migliori pagine della propria storia. Pronta a riviverla ora con una nuova proprietà e, soprattutto, nuovi volti, alla ricerca di una rinascita che possariportare il Milan, dopo anni, ai livelli dei tempi che furono.
Questione di coincidenze, forse. Come centrare aritmeticamente l’Europa grazie al successo ottenuto oggi sul Bologna…con la nuova maglia addosso: tutt’altro che un’associazione priva di significato, per ciò che esprime una divisa già apprezzatissima dai tifosi. E volta a ricordare, come spiegato dai creatori della stessa, due dei periodi più vincenti della storia milanista: dagli scudetti vinti negli anni ’50 con il Gre-No-Li, ricordati con un dettaglio tricolore sul colletto, all’epoca d’oro Berlusconiana dal 1987 al 1998, nella semplicità di righe rossonere riportate, per forma e tonalità, alla vecchia tradizione. Piccoli richiami al passato per tentare di rivedere la luce in futuro: anche in quel vecchio continente che, come già ricordato, si è rivelato generale terra di conquista per la bacheca di via Aldo Rossi.
Coincidenze, sì. Con il sesto posto raggiunto grazie alla prima vittoria del Milan targato Rossoneri Sport Investment Lux, holding che ha rilevato il 99,93% delle quote rossonere da Fininvest il 13 aprile scorso. Un closing sudato fino in fondo, tra dubbi, incertezze e continui rinvii, pari a quella corsa al sesto posto che nessuno sembrava volersi prendere, tra gli scivoloni dell’Inter, il continuo saliscendi della Fiorentina e le occasioni perse dai rossoneri: condizione necessaria per ripartire al meglio, anche sul mercato, dalla prossima annata. Quella che dovrà rappresentare, tra nuova rosa e nuovi obiettivi, l’inizio di una nuova era.
Poi, spazio al paradosso. Vincenzo Montella, quattro anni fa, era il primo avversario rossonero per la corsa al terzo posto: ora, curiosamente, figura come il condottiero capace di riportare il Milan in Europa dopo un’assenza di tre anni, con la centesima vittoria ottenuta in Serie A. Una prima parte di stagione da incorniciare, fatta di pochissime macchie ed impreziosita dalla Supercoppa vinta a Doha, contro un girone di ritorno dal rendimento in vistoso calo, costruito tra punti persi banalmente ed una percentuale realizzativa in sensibile calo: eppure, oggi, c’è solo spazio per i sorrisi. Di chi ha saputo entrare a Milanello in punta di piedi sin dalla prima occasione, realizzando un sogno e lavorando al meglio con ciò che aveva a disposizione, ottenendo poco e nulla da un mercato bloccato, destinato ad assumere ben altra forma con l’arrivo della nuova proprietà: quella che da subito, per bocca di Marco Fassone, ha voluto spendere parole importanti nei suoi confronti, confermandone la permanenza sulla panchina rossonera e bloccando ogni voce su un possibile cambio per la prossima stagione.
Paradosso che porta (anche) il nome di Gerard Deulofeu e Keisuke Honda, in modo differente ma dalla stessa matrice. Arrivato a gennaio per far fronte all’infortunio di Bonaventura e alla partenza di Niang, da grande talento incompiuto scuola Masia blaugrana, il catalano ha ricoperto un ruolo fondamentale nella corsa rossonera all’Europa: il gol (poi rivelatosi determinante) contro la Fiorentina e la doppia firma nelle sfide contro il Bologna, tra andata (assolo ed assist per il gol di Pasalic) e ritorno, sbloccando una gara che sembrava andare ancora di pari passo con il rendimento dell'ultimo periodo. Colpo giunto in prestito nel mercato invernale capace di rivelarsi decisivo, con un futuro ancora tutto da decifrare al contrario…di Keisuke Honda: 133 minuti giocati in questa stagione e un inatteso ingresso per Bacca, al 57', capace di cambiare la gara, con la punizione a giro a chiudere ogni discorso. Paradosso giapponese per un giocatore da tempo in uscita da Milanello, in grado comunque di rivelarsi infine utile alla causa con umiltà.
E tra tante coincidenze o paradossi, ecco l'ultima immagine stagionale del San Siro rossonero a riportare invece ad un accenno di normalità e…vecchi tempi. Un pizzico di festa, moderata, per il traguardo prefissato e raggiunto, spiccando il volo verso l'Europa…con Montella sollevato da una squadra che, mai quanto quest'anno, è stata sua. Gruppo unito e compatto giunto a destinazione, tra imprese e difficoltà. Pronto a ripartire dalla prossima stagione da tante novità e, finalmente, da un'aria diversa attorno. Dal profumo, finalmente, d'Europa…